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Alto Adige/Südtirol valutato da Fitch Tripla A: il punto con l’economista Giulio Sapelli

23 Luglio 2019

Alto Adige/Südtirol valutato da Fitch Tripla A: il punto con l’economista Giulio Sapelli

Rating. Quante volte ne avete sentito parlare? Dal 2011 si sprecano i giudizi delle agenzie di rating riguardanti le economie d’insieme degli Stati, partendo da vari asset macro. Vengono, con questo sistema, valutate anche regioni o province.

Ma cosa significa in poche parole? 

Fitch, agenzia di rating, ha classificato come Tripla A la solidità finanziaria della nostra provincia, senza legarla al sistema Italia (in realtà altre agenzie lo fanno da tempo). Attenzione si parla di solidità e non di produttività. Il giudizio muta invece se la provincia viene incastonata al Paese Italia, A- contro la Tripla B italiana.
Che valore intrinseco possiamo dare a questa valutazione?

Secondo il noto economista Giulio Sapelli le agenzie di rating esprimono giudizi che non portano particolari significati. Prendiamo l’Alto Adige/Südtirol: come si può valutare un sistema economico come quello italiano scorporando zone del Paese quasi non esistessero interconnessioni? La produttività altoatesina non raggiungerà mai quella della provincia di Taranto ad esempio, o di quelle province ove vi siano cantieri navali o stabilimenti di colossi come Leonardo. L’ Alto Adige/Südtirol gode d’autonomia speciale (come Trento) e può permettersi uno status quo elevato e vicino all’area tedesca per l’accordo De Gasperi-Gruber che mantiene in equilibrio una zona al di sotto degli standard produttivi nazionali. La tripla A deriva dall’ottima gestione finanziaria di una provincia ricca a cui va dato atto d’esser amministrata bene. Nel contempo però questo sistema si regge sulle realtà produttive del Paese, dalle piccole e medie imprese alla grande industria. Quindi: Alto Adige/Südtirol virtuoso, ma il merito è anche dello status concesso dall’Italia.

L’ Alto Adige/Südtirol funziona nel sistema Italia

L’Italia economicamente è collocata (facendo una media) tra il settimo e l’ottavo posto tra le nazioni come potenza industriale, gli asset del Paese sono solidi (il debito su questo incide in altri calcoli) ed il nostro sistema paga la deindustrializzazione targata anni’90, che fu scellerata ma ha ancora molte frecce al suo arco.
La produttività industriale, nel settore navale soprattutto ed in quello aerospaziale è elevata (Leonardo è l’ottava industria al mondo, nella Ue al primo posto, per capirci) e tiene a galla un Paese che nel settore manifattura registra un secondo posto europeo ed un sesto mondiale ma con una pecca: micro e medie imprese possiedono un’elevata qualità ma fanno fatica a farsi conoscere a livello globale, anche se da poco sono tanti i consorzi (delle vere proprie start-up economiche) a dar voce ai nostri brand.
L’ Alto Adige/Südtirol “esporta” sul territorio nazionale ed in area tedesca e punta sul turismo, equamente diviso tra interno e d’area germanica ed austriaca. Ottima l’industria legata al settore montano, funivie e cannoni per innevamento sono esportati in tutto il mondo, ma numeri alla mano non basterebbero a raggiungere la produttività detta “globale”.
Il sistema altoatesino/sudtirolese non potrà puntare sulla “cassaforte finanziaria” come Svizzera o Lussemburgo, visto che la Provincia funge da finanziatore di “sviluppo economico”.
I punti di forza sono i servizi d’altissima qualità (pensiamo alla Val Gardena, al gran lavoro dei ladini, eccellenza mondiale) e la gestione impeccabile di strutture. Basti pensare a comprensori sciistici come Obereggen o la città di Merano per i servizi alberghieri, oltre al settore wellness. Oltre a ciò la Provincia investe in territorio grazie agli accordi con Roma, mantenendo un bilancio sano. Questa l’equazione che ha portato alla tripla A. Iveco ed Acciaierie non garantirebbero la produttività macroindustriale da tripla A. Hanno un ottimo mercato i prodotti gastronomici, vino in primis, ma sono prodotti che vengono veicolati come italiani e quindi godono di un mercato estero assai ampio, in questo caso l’etichetta conta. In mercati come Cina, Usa o Germania il marchio gastronomico Italia è sinonimo di garanzia e qualità.

Conclusioni
Bisogna esser felici per questo risultato, portato a casa grazie alla laboriosità degli altoatesini/sudtirolesi italiani, tedeschi e ladini. Mai nulla infatti è scontato, ma ciò è possibile grazie alla sinergia con il sistema Italia e gli accordi tra Roma e Bolzano. L’ equilibrio di rapporti ha generato un sistema a circuito chiuso che però ha elevati standard e picchi d’export notevoli. Creare Università e puntare sul NOI potrà in futuro dare ricerca più elevata, insomma più emancipazione. Per il momento però, numeri e dati alla mano, il sistema è ottimo in simbiosi allo schema economico italiano.

Marco Pugliese, vicedirettore Buongiorno Südtirol

Vicedirettore di Buongiorno Suedtirol e responsabile di BsEvents&Style. Si occupa di marketing e pubblicità per la testata. Giornalista, scrive d’economia, esteri, politica locale e nazionale. Fondatore di BsEvents&Style.