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Risanamenti energetici, rivedere la normativa che penalizza le PMI

30 Giugno 2019

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Risanamenti energetici, rivedere la normativa che penalizza le PMI

Assoimprenditori Alto Adige valuta positivamente l’approvazione in Senato della mozione che impegna il governo a rivedere la disciplina degli incentivi per gli interventi di efficienza energetica contenuta nel Decreto Crescita.  

L’articolo 10 prevede la possibilità, per chi procede a interventi di efficienza energetica, di optare – in luogo dell’utilizzo diretto delle detrazioni fiscali – per uno sconto di pari ammontare anticipato dal fornitore che ha effettuato gli interventi. In pratica questo significa che un’impresa, a secondo del tipo di lavoro effettuato, è costretta a concedere uno sconto compreso tra il 50 e l’85 per cento dell’importo, dovendo di fatto pre-finanziare l’intervento.

Spiega il Portavoce della Piccola Impresa di Assoimprenditori Alto Adige, Oswald Eller: “L’intenzione di riconoscere incentivi a chi investe in risanamenti energetici è sicuramente positiva, ma in questo modo si crea un grave problema di liquidità per le imprese, che devono rinunciare in partenza ad almeno metà dell’incasso per recuperarlo soltanto nel corso dei cinque anni seguenti sotto forma di credito di imposta. Ad essere particolarmente colpite sono aziende produttrici di finestre, imprese edili, carpentieri o installatori di impianti di riscaldamento che in questi anni hanno contribuito con la loro forza innovativa al successo dei risanamenti energetici: si andrebbe quindi a colpire un settore strategico per la nostra economia locale con forti ripercussioni sulla produzione e sull’occupazione”.

“Siamo fiduciosi che una nuova valutazione di questa misura possa portare ad una soluzione che favorisca i consumatori e allo stesso tempo non incida sulla competitività delle nostre PMI. L’Alto Adige ha dimostrato che questo è possibile introducendo già nel 2014 l’anticipo del bonus fiscale con un’unica soluzione tramite la concessione di un mutuo provinciale senza interessi”, chiude Eller.

Foto, Oswald Eller.