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Elezioni. Renate Holzeisen per un’Europa libera e democratica

23 Maggio 2019

Elezioni. Renate Holzeisen per un’Europa libera e democratica

Renate Holzeisen, bolzanina, nota avvocatessa e commercialista, non nuova sula scena politica, candida nella circoscrizione Nord-Est per la lista +Europa-Italia in Comune – PDE Italia.
Abbiamo contattato la conosciuta professionista per conoscere la sua idea di Europa e i motivi della sua candidatura.

Dottoressa Holzeisen, quali sono i temi del suo impegno politico per i quali chiede il suo voto agli altoatesini?

Da anni mi sto battendo assieme a Paul Köllensperger per più trasparenza a tutti i livelli. Purtroppo, la strada è ancora lunga per una democrazia vera in terra nostra. Il quasi monopolio mediatico, un partito che fa il bel  e il cattivo tempo da più di 70 anni e la costatazione che nella gestione delle risorse della collettività spesso poche famiglie di privati risultano essere i soliti beneficiari in molte operazioni, l’ultima in tema di cessione da parte della Provincia dell’Aeroporto di Bolzano, fanno sì che una seconda rappresentanza dei valori di una società civile in senso moderno sia proprio necessaria averla a Bruxelles. Inoltre, da liberale e democratica con una sensibilità sin da giovanissima per i temi riguardanti il rispetto per la nostra natura ed il nostro paesaggio vorrei specificare che la tutela del nostro ambiente mi sta particolarmente a cuore. Questo anche in un’ottica economica, poiché le risorse a nostra disposizioni e ancora di più quelle non facilmente rinnovabili le dobbiamo gestire con maggiore cura, per noi come per i nostri figli. Un’economia più ecologica e più a misura d’uomo e non a servizio di meri interessi del capitale spesso di dubbia provenienza o in mano a realtà aziendali molto grandi è il miglior garante per portare più equità sociale anche in una terra senza dubbio molto ricca, ma pur sempre a trovarsi a fare in conti con fasce sempre più deboli ed in rischio di abbandono.

È pensabile secondo Lei portare avanti una politica di tipo fiscale a sostegno delle fasce più deboli per una più equa ridistribuzione del reddito?

L’Europa nel voler combattere i paradisi fiscali farebbe bene a guardarsi allo specchio.
Infatti, Paesi anche fondatori della stessa Unione, per motivo dell’approntamento di tutta una serie di strategie di elusione tributaria su ampia scala perfettamente in sintonia con le proprie leggi, sono parte del problema. Anche perché non applicano la direttiva anti-riciclaggio del denaro sporco. Come p.e. la stessa Austria che poche settimane fa per questo è stata criticata dalla Commissione Europea.
Qui l’Unione Europea potrebbe fare molto. Parallelamente occorre recuperare la dignità del lavoro anche attraverso politiche fiscali di maggior tassazione di capitali soprattutto di indole speculativa.
In questo modo, ho fiducia che questo insostenibile divario tra piccoli e grandi e ricchi e poveri vada finalmente riducendosi. Infine, lo scambio in borsa di titoli di altissima frequenza è da assoggettare al più presto ad una misura impositiva di matrice europea comune.
Culturalmente, occorre trasmettere con maggior forza il messaggio anche a banche e grossi istituti di credito che la collettività non può perennemente essere chiamata in soccorso di operazioni finanziarie completamente scollegate dall’economia reale.
In questo pongo la mia fiducia in Margrethe Vestager, attuale commissaria UE per la concorrenza con ottime chance di diventare prima donna Presidente della Commissione europea che ha già fatto piangere colossi come Google e Facebook, infliggendo loro delle pesantissime sanzioni pecuniarie per violazioni antitrust.

Parliamo di ecologia. Quali misure dovrebbero adottare le Istituzioni Europee?

Come l’Alto Adige è una terra che può solo progredire in segno della qualità, così l’UE tutta dovrebbe ispirarsi maggiormente ad una economia in segno ecologico in tutti i settori. L’apporto innovativo è la chiave di volta per rimanere competitivi nel mondo, tutt’al più potendo offrire delle strategie e  delle tecnologie a presidio della tutela dell’ambiente e possibilmente anche di sostegno alla lotta contro l’acuirsi della crisi climatica globale. Ne risentirebbe la qualità di vita dei cittadini europei, se si recuperasse la forza produttiva di piccoli circuiti anche geografici in termini di mobilità, occupazione e vitalità di territori anche periferici di cui l’UE è piena.

Molti giovani laureati, in particolare in materie umanistiche, non trovano lavoro. L’UE finanzia molti programmi di sostegno al lavoro e all’imprenditoria, tuttavia in molti territori non si riesce ad accedere a tali finanziamenti. Cosa dovrebbe cambiare? 

Invertire l’approccio, rendendo tali strutture, indipendentemente se di matrice nazionale, regionale o comunale a stretto servizio del conseguimento degli obiettivi dei cittadini e di un territorio. Nel caso di un incentivo all’occupazione nelle materie umanistiche, che a mio modo di vedere, a breve vedranno un rinascimento nella nostra società e presso le nostre aziende, è forse il caso di seguire l’esempio della vicina Austria dove tali uffici appositamente deputati all’ottenimento di fondi per il territorio perseguono questo obiettivo in strettissima collaborazione tra esponenti politici del territorio, responsabili amministrativi, strutture dedicate e cittadini interessati, facendo squadra. Tale approccio andrebbe introdotto con più rigore anche nel nostro Paese.

Qual è la sua posizione sull’immigrazione?

Sono innanzitutto per la trasparenza e la lotta contro le sue cause. Il caso di fare appello ad un’economia più ecologica e quindi più umana si sposa anche con il ripristino urgente delle basi economiche e di vita a casa di tutti coloro che a fronte di prodotti sovvenzionati di provenienza UE si trovano nell’assurdità di non poter più competere, quando tali prodotti a prezzi stracciati vengono a distruggere i mercati locali di coloro che domani sono costretti a lasciare la loro terra e la loro famiglia in cerca di miglior fortuna. Per quanto riguarda la gestione dei flussi migratori, le persone non si devono lasciare in balia alle intemperie del mare. Questo basilare principio di umanità dovrebbe essere fuori discussione, ma purtroppo per molti politici soprattutto di destra estrema cosiddetta sovranista non lo è. Tuttavia, coloro che si trovano nel nostro Paese, sono anche chiamati a compiere gli sforzi necessari per una loro integrazione nella nostra società. Convivere si può e si deve, anche perché una certa migrazione è richiesta dalla nostra economia. Questo a condizione che chi viene non pensi di farci cambiare stile di vita, valori e  principi di uno stato di diritto moderno e laico.

Quale Europa auspica per il 27 maggio, concretamente quali risultati spera escano dal voto degli Italiani?

Mi aspetto che le forze liberal-sociali proeuropei cui appartiene Più Europa ne escano molto rafforzate e mi auguro di vedere la prima donna Presidente della Commissione europea. Per il voto degli italiani spero davvero che i sovranisti subiscano una battuta di arresto per dare invece spazio a persone capaci, serie e moralmente incorruttibili. Si è visto in Austria cosa succede se ci si vende ad un partito sovranista per formare un governo. In ogni modo, mi auguro che l’ostentazione di simboli religiosi in piena campagna elettorale tipo rosario o altro da parte di chi, anziché fare il suo lavoro di Ministro degli Interni, continui a fare perennemente campagna elettorale a colpi di tweet o in divisa, venga questa volta severamente punita da parte di cattolici e non. Mi aspetto più generalmente che i nostri giovani si rendano conto che quando faccia comodo a forze non europee di vedere una Europa divisa e più deboli occorra invece uno scatto di orgoglio e di consapevolezza di tutti noi ispirati da un pensiero proeuropeo per arginare un fenomeno che con la Brexit ha già rubato una volta alle giovani generazioni ogni loro futuro. Perché questa situazione non si ripeta mai più, spero che in molti vadano a votare. La nostra democrazia va difesa con coraggio, competenza ed anche in un’ottica di solidarietà con i popoli di tutta l’Unione.

 

 

 

Giornalista pubblicista, scrittore.