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Bolzano ricorda Falcone e Borsellino

23 Maggio 2019

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Bolzano ricorda Falcone e Borsellino

Nel triste anniversario della strage di Capaci (23 maggio 1992) anche la Città di Bolzano, con una cerimonia pubblica, ha voluto ricordare i magistrati antimafia Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, gli uomini della scorta e tutte le vittime innocenti uccise dalla mafia. Teatro della commemorazione, l’area nei pressi del Tribunale sul lato di via Duca d’Aosta che incrocia con via Roen, sulla quale qualche anno fa, è stata collocata una grande targa con la foto dei due magistrati.

Alla cerimonia con il Sindaco della Città di Bolzano, sono intervenuti anche il Commissario del Governo Prefetto Vito Cusumano, il Procuratore Capo Giancarlo Bramante, la Presidente del Tribunale Elsa Vesco, il presidente dell’ANPI provinciale Guido Margheri e numerosi rappresentanti dell’amministrazione cittadina, provinciale, nonchè autorità civili e militari. Anche quest’anno la cerimonia ha vissuto alle 17.58 (l’ora della strage di Capaci) il momento più significativo con il minuto di silenzio dedicato ai due magistrati e alle vittime di mafia. Un minuto di silenzio per ricordare, nel segno della legalità e della lotta alle mafie e alla criminalità, quel drammatico attentato avvenuto appunto il 23 maggio 1992 che provocò la morte di Giovanni Falcone, sua moglie Francesca Morvillo e tre agenti della scorta: Vito Schifani, Rocco Dicillo e Antonio Montinaro. Il 19 luglio dello stesso anno seguì poi la strage di via d’Amelio in cui persero la vita Paolo Borsellino e gli agenti della scorta Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina.
Il Sindaco di Bolzano ha tratteggiato un profilo professionale ed umano di due eroi diventati tali loro malgrado: Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. Una vita spesa a combattere in ogni modo e con ogni forza la mafia e la criminalità organizzata. “Un impegno questo al quale hanno dedicato praticamente ogni loro energia, sacrificando tutto il resto e pagando con il prezzo più alto, ovvero con la propria vita, il tentativo di contrastare gli attacchi sempre più violenti, subdoli e minacciosi delle organizzazioni mafiose nei confronti dello Stato”.

Sono quindi intervenuti il Procuratore Capo della Repubblica di Bolzano Giancarlo Bramante e la Presidente del Tribuale Elsa Vesco che hanno ricordato l’altissimo profilo dei due magistrati sottolineandone l’attualità del loro insegnamento.