Questa mattina in Piazza Friedl Volgger a Bolzano una delegazione di Anpi Alto Adige Südtirol, insieme alla figlia di Volgger, Burgi Volgger e agli editori del suo libro fondamentale, Pinuccia Di Gesaro (Praxis Edizioni Bolzano) e Gottfried Solderer (Raetia), hanno ricordato Friedl Volgger nell’anniversario della sua scomparsa avvenuta nel 1997, presso la tabella stradale sita tra le vie Grappoli, Conciapelli, Laurino e Vicolo Sabbia che indica il luogo che la città gli ha dedicato.
Anpi ha annunciato una lettera al Sindaco di Bolzano e al Landeshauptmann per sollecitare una sistemazione più dignitosa dell’area e un’azione finalizzata a valorizzare l’esperienza degli oppositori al nazifascismo della nostra Terra, in particolare, nelle scuole.
Friedl Volgger nato a Ridanna (presso Vipiteno 4 settembre 1014) e morto a Bolzano il 15 maggio 1997, fu uno dei più noti rappresentanti dei “Dableiber”, ovvero dei sudtirolesi di lingua tedesca che si rifiutarono di optare per il Terzo Reich. Per questo fu internato dai nazisti nel campo di concentramento di Dachau. Ne uscì il 29 aprile 1945, giorno dell’arrivo nel campo degli Americani.
Tornato a Bolzano fece parte del gruppo dirigente della Südtiroler Volkspartei, appena fondata, dove ebbe un ruolo determinante. Presenziò a Parigi alla Conferenza di pace e fu consigliere del Ministro degli Esteri austriaco Karl Gruber nei giorni in cui vedrà la luce l’accordo sull’autonomia dell’Alto Adige, comunemente detto Accordo De Gasperi – Gruber (1946). Deputato del primo Parlamento italiano (1948 – 1953), fu Consigliere provinciale dal 1960 al 1968 e successivamente dal 1968 al 1972 Senatore della Repubblica. Fu Vicepresidente della Südtiroler Volkspartei dal 1957 al 1969.
Nel suo libro di memorie “Sudtirolo al bivio” (edito dal Praxis Edizioni Bolzano), “lettura d’obbligo per coloro cui sta a cuore il Sudtirolo”, (secondo la recensione di Akademische Blätter di Monaco), Volgger espresse la sua convinzione che, “dovunque passino i confini”, l’unica chance per le popolazioni locali è quella di imparare a convivere. Con queste parole egli riassunse il senso della sua testimonianza: “Dobbiamo trovare nuove forme di vita , tenendo presente che in questa Terra, al di là della questione dei confini vivranno sempre assieme tre popolazioni di lingua e cultura diverse, che devono imparare a convivere nel riconoscimento della rispettiva identità e nel reciproco rispetto, Qui in Alto Adige abbiamo oggi la possibilità di creare un piccolo esempio della futura Europa.”
Ancor oggi parole più che mai attuali.
In foto, da sinistra Pinuccia Di Gesaro e Burgi Volgger,alle spalle Lionello Bertodi