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Precetto pasquale interforze a Bolzano

15 Aprile 2019

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Precetto pasquale interforze a Bolzano

“Il vostro servizio sia un contributo alla crescita e alla promozione del singolo e della comunità intera. Sia un servizio animato dal mistero pasquale: il male non ha più l’ultima parola”. Questo l’augurio che questa mattina (15 aprile 2019), il vescovo Ivo Muser ha rivolto ai rappresentanti delle Forze dell’ordine che si sono ritrovati nel duomo di Bolzano per la celebrazione del precetto pasquale.    

“Tradizionalmente si parla di “precetto” pasquale – ha ricordato mons. Ivo Muser all’inizio dell’omelia – ma in verità non è un precetto, un comando, un obbligo. È un invito, addirittura un invito ad essere ospiti di Gesù che in questa Settimana Santa si accinge a donare la sua vita per noi”.
Prendendo spunto dalle letture del Lunedì Santo, il vescovo ha indicato le due figure di Maria di Magdala e di Giuda, che “ci aiutano a capire come stare davanti al Signore in questi giorni della Settimana Santa e, in fondo come starci sempre”. “C’è la gratuità di chi per Cristo dà tutto, con estremo amore e con tanta tenerezza – ha sottolineato –. Nei trecento denari di nardo, quella donna, avrà investito tutte le sue risorse, e compie un gesto motivato solo da un’immensa gratitudine. Trecento denari allora erano il salario di dieci mesi! Spreco e gratuità per Cristo, segno di un amore personale e convinto, che non è effimero, ma consapevole che quel Maestro che frequentava la casa di Betania aveva salvato lei dal non-senso, e suo fratello Lazzaro dalla morte”.

Maria, la donna del “santo spreco” e Giuda, l’uomo del “calcolo interessato”
Maria, la donna del “santo spreco” è un esempio di gratuità e generosità. “Un esempio – ha detto il vescovo – per tutte le donne e per tutti gli uomini che sanno spendersi per qualcuno. Un esempio luminoso anche per tutti voi nel vostro servizio concreto nella difesa della dignità di ogni uomo e di ogni donna e nella difesa del bene comune spesso insidiato dalla prepotenza, dalla sopraffazione, dall´egoismo di chi vuole imporre il proprio interesse privato”.
C’è poi Giuda che, nella sua grettezza, “non sa dare nulla a Gesù, se non il proprio calcolo”. Riprendendo le parole dell’evangelista Giovanni, mons. Muser ricorda che Giuda “non era preoccupato delle necessità dei poveri, ma desiderava che quella somma finisse nella cassa comune della comunità apostolica, di cui era amministratore, per rubarla”. “Giuda – ha sottolineato il vescovo – non è l’uomo dell’amore gratuito, ma del calcolo interessato. Per Giuda il gesto di amore della donna è uno spreco inutile. L’apostolo appare un uomo equilibrato, ragionevole e persino attento ai più poveri. In realtà, il suo interesse vero era per i soldi, non per i poveri”.

Far rispettare il diritto e salvaguardare la convivenza pacifica
Rivolgendosi ai rappresentanti delle Forze dell’ordine presenti questa mattina nel duomo di Bolzano, mons. Muser ha ricordato che loro compito e dovere è quello di far rispettare il diritto. “A voi – ha detto il vescovo – è affidato il compito indispensabile di salvaguardare il diritto per le singole persone e per la convivenza pacifica tra le persone. Penso però anche alle vostre missioni in terre straniere, in zone di conflitto e di guerra. Qui bisogna far rispettare con fermezza il diritto, anzi far sì che gradualmente possa istaurarsi una società non più basata sulla forza e sulla violenza, bensì sul diritto, sulla rispettiva costituzione”.
“Il vostro lavoro quotidiano e la vostra missione siano animati dallo Spirito di Dio e aiutino la società a rispettare la dignità e il valore di ogni uomo e di ogni donna”. Questo l’augurio con cui il vescovo Muser ha concluso la sua riflessione.

Ricordato il maresciallo Di Gennaro, ucciso sabato a Cagnano Varano
Ad accompagnare la liturgia eucaristica, concelebrata dai cappellani militari della 3.a zona pastorale Trentino Alto Adige, sono state le note del coro “Laudamus” di San Giacomo. Nel prendere la parola, il cappellano del Comando Truppe Alpine don Massimo Gelmi ha ricordato i militari che hanno perso la vita durante il loro servizio e quanti sono attualmente impegnati in operazioni di pace.
“Rappresento una comunità diversamente colorata – ha sottolineato al termine della celebrazione il comandante delle Truppe Alpine gen. Claudio Berto – formata da persone che indossano divise di diversi colori, ma tutte unite dal comune scopo di prestare servizio al Paese e di stare sempre dalla parte dei più deboli. Anche quando questo comporta il sacrificio della propria vita, come è accaduto al maresciallo dei Carabinieri Vincenzo Di Gennaro, barbaramente ucciso sabato scorso a Cagnano Varano”.