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Italia seconda manifattura in Europa, quando i media dicono no ma poi è sì…

14 Aprile 2019

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Italia seconda manifattura in Europa, quando i media dicono no ma poi è sì…

L’ Italia negli ultimi vent’anni ha subito attacchi d’ogni tipo da un punto di vista economico. Dal “maiale” in giù. Nordici ed europei in generale non si sono fatti problemi, la demolizione mediatica ha convinto (non tutti per fortuna) perfino gli italiani: dimentichi della propria manifattura, dei brand storici, d’aziende macro come Fincantieri e Leonardo, d’esser sempre e comunque stabilmente tra le prime otto economie mondiali da cinquant’anni. La manifattura rappresenta un punto fortissimo, ma in queste ore rimbalzava una notizia inquietante: la Francia ci supera pure in questo settore strategico, anima del micro e media impresa che crea prodotti unici, la vera fortuna del paese. Peccato che i dati fossero riferiti alla prima parte del 2017, periodo in cui la nostra manifattura risulta in calo rispetto alla francese. Nei restanti mesi l’Italia strapazza la Francia. L’ errore grossolano è stato fatto prendendo in esame l’unico semestre di flessione dal 2013, anno in cui il nostro paese registrò una corrosione (a causa del calo industriale) che arrivava direttamente dal 2008, anno della Crisi. In quel periodo (come riporta il Sole 24 Ore) vi fu il punto di maggior avvicinamento tra Italia e Francia, 225 miliardi per il Belpaese, 223 per Parigi che comunque non ci superò, ove i miliardi indicano il valore aggiunto. Le distanze sono tornate siderali nello stesso 2017 (preso per intero, s’intenda), secondo Eurostat Italia a 257 miliardi (in piena ripresa) e Francia al palo, 232 miliardi. Agenzie e giornali hanno ripreso la notizia, poi sviscerata (per fortuna) da Corriere e Sole 24 Ore, veicolando un’affermazione economica ad alto impatto per il paese. Moralmente e soprattutto a livello di “mercato”, perdere il secondo posto sarebbe stato pericoloso, visto che il settore rappresenta il fiore all’occhiello della nostra propulsione economica. Il vomito mediatico che s’abbatte sul paese ci trascina a picco e sfiducia la popolazione. Nel 2011-12 una campagna di stampa assillante, a colpi di spread, ci raccontò fossimo come la Grecia, il tutto si riduce a questo dato: la Grecia (bontà loro, non ce ne vogliano) si può forse confrontare alla sesta (per altre statistiche settima) economia del mondo? L’ italiano medio si vede a livello industriale vicino alla Spagna, in realtà è più vicino a Germania, Francia e Gran Bretagna più di quanto creda. FCA e Luxottica stabilmente nella top ten mondiale dei rispettivi settori, oltre appunto a Fincantieri che produce navi tecnologicamente avanzate per mezzo mondo, siamo primi produttori (ed in crescita) di vini, senza dimenticare la gastronomia in generale ed i brand di lusso. Ma il vero segreto del successo italiano sta appunto nella manifattura artigianale: pezzi unici e di qualità. La Germania eccelle in produzione, noi in qualità ed è per questo che è pericoloso imitare sistemi economici che puntano sullo “standard” delle grandi catene. L’ Italia, per tradizione secolare, punta al contrario ed è ciò che fa la differenza nei grandi mercati: i cinesi ci apprezzano per la qualità, cosi Russia (siamo il primo importatore di mobili) ed Usa. Noi però tendiamo a sottovalutarci, a veicolare fake news e mezze verità, a denigrarci. Permettiamo in Gran Bretagna vendano spaghetti in scatola fasulli, presenti solo delle orrende polpette ed in Germania mozzarelle neanche lontane parenti delle nostre produzioni. Non è una questione di campanilismo, è proprio una difesa della propria specificità dinanzi al delirante appiattimento della globalizzazione. Nel caso specifico l’Italia è ancora seconda manifattura d’ Europa: urlatelo ai quattro venti.

Giornalista pubblicista, originario di Bolzano si occupa di economia, esteri, politica locale e nazionale