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“L’importanza di chiamarsi Ernesto” al Teatro Comunale di Bolzano

22 Febbraio 2019

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“L’importanza di chiamarsi Ernesto” al Teatro Comunale di Bolzano

A 124 anni di distanza dal debutto al St. James Theatre di Londra, giunge al Teatro Comunale di Bolzano nell’ambito della stagione del Teatro Stabile di Bolzano dal 28 febbraio al 3 marzo (giov-sab h. 20.30, domenica h. 16.00) “L’importanza di chiamarsi Ernesto”, la “commedia perfetta” scritta da Oscar Wilde, quella con cui il genio irriverente e acutissimo riuscì a conquistare definitivamente il pubblico e la critica londinese.
Malgrado lo straordinario successo, la commedia fu disallestita dopo sei repliche, come conseguenza dello scandalo in cui Wilde si era trovato invischiato querelando per diffamazione Lord Queensberry che lo aveva pubblicamente tacciato di omosessualità: un lungo percorso giudiziario che sancì la rovina del geniale intellettuale.
A portare in scena questo capolavoro è la Compagnia del Teatro dell’Elfo capitanata da Ferdinando Bruni e Francesco Frongia che ne hanno curato regia, scene e costumi. La loro lettura esalta la valenza dissacrante e satirica nei confronti della società vittoriana grazie a interpreti di prima categoria come Ida Marinelli, Giuseppe Lanino, Riccardo Buffonini, Elena Russo, Camilla Violante, Luca Toracca, Cinzia Spano e Nicola Stravalaci. Il disegno luci è firmato da Nando Frigerio e il suono curato da Giuseppe Marzoli.
Dialoghi taglienti come lame, battute che si susseguono a getto continuo, «sparate» da personaggi che, in questa colorata, vivace e divertente versione sono spietate marionette, eleganti, annoiate, opportuniste e benpensanti.
A detta dello stesso Wilde, The importance of being Earnest è “una commedia frivola per gente seria”. Il suo titolo che in originale sfrutta il gioco di parole tra l’aggettivo “earnest” (onesto) e il nome “Ernest” (Ernesto), continua a sfidare i traduttori che hanno provato a tradurre il nome con Ernesto, Franco, Onesto, Probo senza mai risultare convincenti: da qui la scelta del Teatro dell’Elfo di barrare il nome nel titolo.
«L’importanza di chiamarsi Ernesto” è l’esempio più bello di come Wilde, attraverso l’uso di un’ironia caustica e brillante, sveli la falsa coscienza di una società che mette il denaro e una rigidissima divisione in classi al centro della propria morale. Il rovesciamento paradossale del senso è l’espediente più usato dall’autore che ci appare così, a una prima lettura, come un precursore del teatro dell’assurdo, mentre in realtà è impegnato a “smontare” con sorridente ferocia i luoghi comuni su cui si fonda ogni solida società borghese» commentano i registi. «Quel che Dio ha diviso, l’uomo non cerchi di riunire. L’antico e tradizionale rispetto dei vecchi per i giovani è morto e sepolto» recitano alcune battute del testo di Wilde in cui l’irriverenza non è mai fine a se stessa, ma indossa senza vergogna la maschera della farsa e pone le basi dell’umorismo queer, un umorismo che, attraverso l’epoca d’oro della commedia hollywoodiana, è arrivato fino a noi, senza perdere in freschezza e causticità.
«Restituire questa allegra cattiveria richiede secondo noi una mano registica leggera e complice. Il palcoscenico diventa così un foglio bianco su cui far risaltare i “colori” dei personaggi in un gioco che prende in prestito dai cartoon e dall’immaginario pop la capacità di sintesi e di leggerezza e lascia campo libero ai funambolismi verbali, alle vertigini di una logica ribaltata che a volte sembra ispirarsi al mondo alla rovescia del nostro amato Lewis Carroll» concludono Bruni e Frongia.
I biglietti per lo spettacolo sono acquistabili alle casse del Teatro Comunale di Bolzano in Piazza Verdi 40, aperte dal martedì al venerdì dalle 11.00 alle 14.00 e dalle 17.00 alle 19.00, il sabato dalle 11.00 alle 14.00 e nei giorni di spettacolo a partire dalle 19.30.
www.teatro-bolzano.it

Foto/c-Laila Pozzo.