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Matera, Capitale europea della cultura

21 Gennaio 2019

Matera, Capitale europea della cultura

di Antonino Papa

Qualcuno pensò anche a Bolzano quando “si pensava in grande”. Costui era Christian Tommasini, allora vicepresidente della Provincia nonché assessore alla cultura . Matera è ufficialmente la capitale europea della cultura per l’anno 2019 : è la prima città del Sud – la “città dei sassi” – a essere stata scelta come Capitale europea della cultura. Congratulazioni a Matera che ha “vinto” su tante città concorrenti compresa Bolzano ( con l’amaro in bocca). Brava Matera del 2019 che ha salutato l’Europa con un originale esordio: 2019 musicisti insieme ad eseguire l’inno alla gioia. A Bolzano – città-simbolo della realtà locale e di convivenza fra diversi gruppi linguistici – è sfumato il sogno e vive di ricordi e di rimpianti. Oggi voler individuare e additare responsabilità politiche locali serve poco anche se il deludente risultato di esclusione non è esente da colpevolezza politico-culturale che fa riflettere e pensare.
“Pensare è forse l’unico strumento che abbiamo per evitare di fare ancora il male”…. diceva Hannah Arendt tanti anni fa. Se è così pensare e conoscere dà certamente “da pensare” su fatti, su aneddoti,su racconti, su dialoghi e perché no? Anche su interviste. Queste ultime conducono a chiederci se tali dialoghi o racconti ecc. finiscono per imprigionarci alle idee e alle fantasie di chi le esprime, oppure interessano il nostro pensare. Mi spiego. La cultura è una cosa seria : riguarda la nostra civiltà, la storia della nostra terra e il suo futuro; ha la funzione di ponte tra realtà diverse e complementari, tra sistemi di vita e di valori e di modelli diversi, fra montagna e città ecc. ecc…. Far politica in questo campo significa il dover porre al centro dell’azione – in tutta la sua “infinita” articolazione – il rapporto tra le persone e il patrimonio culturale materiale e immateriale e promuovere sempre più la conoscenza storico-artistico e culturale della nostra realtà locale. Se così non è, abbiamo la politica culturale del non fare.
Ma cosa è la Cultura? ”Cultura è visitare un museo oppure è il museo stesso? E qual è la funzione del mecenate pubblico? La provincia di Bolzano ha da pochi giorni una nuova (sic!) Amministrazione e gli anziani politici torneranno al loro privato lavoro: è quello che ho letto in questi giorni in una lunga, sobria e asciutta intervista rilasciata su un quotidiano locale dall’ex Vice Presidente della Giunta Provinciale. È delle iniziative culturali fatte dall’ex Assessore Tommasini, persona mite e tollerante che vorrei parlare perché la sua intervista sembra priva d’intonazione e di senso politico.
Quando si pensava in grande, si parlava di Bolzano quale Capitale europea della Cultura. L’iniziativa si rivelò infelice e la candidatura finì in malo modo! Di chi la colpa? In tale operazione-avventura (il Comune di Bolzano estromesso unitamente alla città di Innsbruck) l’ex assessore ha assunto decisioni assieme a tanti e tanti suoi collaboratori. Bene, perché segno di democratica partecipazione! Quando poi arrivò la “disfatta dell’esclusione (non bocciatura)”, si assistette al cosiddetto “fuggi-fuggi” e il “groppone” delle ingenti spese rimase sulle spalle dell’Ente Provincia. Intervenne soltanto la Corte dei Conti con le note…. decisioni. Se tutto questo è vero, ritengo afona la giustificazione di Tommasini nell’affermare nella sua intervista che…” non avevo responsabilità ….” E’ sufficiente? Il velo pietoso di silenzio privo di lacci e lacciuoli non aiuta. E ancora. Qual è stato il progetto culturale e creativo di questi anni? Tommasini oggi dice che i suoi progetti non hanno ottenuto il placet istituzionale perché ritenuti troppo personalizzati… e ancora di essere stato accusato di piegare la cultura a proprio conto. Usciamo dall’equivoco e dalla confusione : da un lato Tommasini lamenta che come assessore era da solo… quale causa della propria debolezza politica, dall’altro afferma che era avversato perché le iniziative culturali intraprese erano troppo personalizzate. Scherziamo con i paradossi ? Comprensibile e vero. Altro aspetto della politica culturale è saper decidere tra cultura libera e quella di ostaggio. Non abbiamo forse detto a voce alta che la vogliamo libera? E ancora: se le buone idee culturali devono essere libere perché allora la cultura è gestita, controllata, sovvenzionata e assistita dall’Ente pubblico? Il mecenatismo non è mai gratuito. Se non è un dono è forse un’ arma di ricatto? Potrei, quale osservatore severo, continuare e scorrere la non breve e non luminosa storia di questa direzione politica: è invece importante chiedere che chi oggi ha perso (e con lui anche noi) deve uscire dal perbenismo o dall’intellettualismo di facciata e far conoscere quello che si è fatto di buono (vedi la pianificazione edilizia) come anche quello che ha caratterizzato – per la cultura – una grave inadeguatezza. Rappresenterebbe una necessaria iniezione di fiducia.

Bolzano, piazza Walther