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Bolzano. “Non si archivi l’inchiesta per la morte di Adan”, la famiglia ricorre

6 Dicembre 2018

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Bolzano. “Non si archivi l’inchiesta per la morte di Adan”, la famiglia ricorre

La Procura aveva chiesto l’archiviazione dell’inchiesta sulla morte del minore curdo-iracheno, ora la famiglia, e per essa il legale di fiducia Nicola Canestrini, chiede la ripresa delle indagini.
“La Provincia avrebbe dovuto dare accoglienza immediata alla famiglia di Adan: quattro bambini, di cui uno malato, erano per strada. Non può valere il principio che in ogni caso ci sarebbero stati i volontari ad aiutarli”. Questa la posizione dell’avv. Nicola Canestrini, legale di fiducia della famiglia curdo-irachena Abdulrahman, che nell’ottobre 2017 arrivò a Bolzano dalla Svezia. Dopo pochi giorni, il 7 ottobre, Adan, tredicenne malato di distrofia muscolare dalla nascita e costretto sulla sedia a rotelle, morì per embolia polmonare all’ospedale di Bolzano.
Sulla vicenda sono state aperte due inchieste. Una vede indagati per omicidio colposo dieci medici dell’ospedale che avevano avuto in cura il minore. L’altra, si riferisce invece alla presunta mancata assistenza di Adan da parte della Provincia. Per questa risulta indagato con l’accusa di omissione d’atti d’ufficio il funzionario provinciale Luca Critelli.
La Procura ha chiesto nei giorni scorsi l’archiviazione del fascicolo in quanto mancherebbe il dolo da parte del funzionario indagato, “poiché non vi sono elementi che provano la volontà di un indebito rifiuto dell’accoglienza”. Ora però la famiglia si oppone a questa richiesta. Ieri, l’avv. Canestrini ha infatti depositato in Tribunale l’atto di opposizione alla richiesta di archiviazione. Oltre alla prosecuzione delle indagini Canestrini chiede anche “che il Giudice per le indagini preliminari ordini al Pubblico Ministero l’iscrizione nel Registro degli indagati di Luca Critelli, per i reati di omissione d’atti d’Ufficio e di morte come conseguenza di altro delitto”.
Luca Critelli, direttore della Ripartizione provinciale Politiche Sociali, è l’autore dell’omonima circolare che fissa i limiti dell’accoglienza dei richiedenti asilo,  manifestamente illegittima, secondo il legale della famiglia curdo-irachena.