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Bolzano. Artigiani autotrasporti al collasso, chiedono misure urgenti per rinnovo parco circolante

10 Dicembre 2018

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Bolzano. Artigiani autotrasporti al collasso, chiedono misure urgenti per rinnovo parco circolante

“Troppi mezzi vetusti in Italia, è in gioco la sicurezza e la sostenibilità del trasporto” afferma: Piero Cavallaro, referente del settore della CNA. Sollecita misure immediate per il rinnovo del parco circolante perché sono in gioco la sostenibilità e la sicurezza del trasporto”.CNA Fita del Trentino Alto Adige sostiene con forza la presa di posizione congiunte di tutte le categorie dell’autotrasporto. “Le sempre più stringenti normative in materia ambientale – afferma Cavallaro – rischiano di bloccare il trasporto delle merci fuori e dentro le città, anche nella nostra regione”.
Gli operatori del settore sono riusciti a far passare nell’opinione pubblica la consapevolezza che il parco circolante italiano è il più vecchio d’Europa (età media di 13,5 anni), il 63,1% dei veicoli >3,5t è ante Euro 4 (pari a 418.668 veicoli). Solo il 12,4% del parco circolante è rappresentato da veicoli Euro 6 (pari a 82.274 veicoli): con questo trend ci vorranno 17 anni per sostituirli tutti. Ma la cosa più grave è che soltanto l’11,9% dei veicoli è dotato dei dispositivi di sicurezza, obbligatori dal 1° novembre 2015 (frenata autonoma emergenza e mantenimento corsia).
“Nonostante tutti gli investimenti promossi – prosegue Cavallaro – non sembra ancora esserci consapevolezza sulle conseguenze di questa realtà, e cioè che il sistema dell’autotrasporto, senza adeguato rinnovo dei mezzi con i quali opera, continua ad invecchiare, perdendo ogni giorno in sostenibilità e sicurezza. La disinformazione e la distrazione generalizzate, hanno generato in molti casi effetti negativi per la percezione collettiva nei confronti dell’autotrasporto”.
Da venti anni a questa parte gli interventi sul comparto non hanno approdato ad alcun risultato, chiarisce Cavallaro, mentre un numero impressionante di piccole imprese ha chiuso i battenti e una quantità non indifferente di medio grandi è emigrata. Tra le cause principali vengono individuate la pressione fiscale, i costi di gestione (carburanti e lavoro) e la complessità della burocrazia. Tutto questo avrebbe  causato gravi perdite economiche e fiscali per il Paese a vantaggio di altri Paesi europei che hanno rafforzato ulteriormente il proprio sistema logistica e trasporto.“In queste condizioni – questa la proposta di CNA Fita e di tutte le altre categorie del comparto – assume notevole rilevanza che il fondo specifico per gli investimenti di 50 milioni di euro, già previsto nel Disegno di Legge di Bilancio 2019 sia confermato, al fine di trasmettere un segnale di volontà ed interesse nei confronti del settore. Mentre in Italia discutiamo ancora su tavoli diversi come suddividere eventuali risorse destinate al settolìre dell’autotrasporto, in altri Paesi Europei si definiscono politiche di investimento sostanziali su base continuativa. Per esempio in Germania e Francia si realizzano sistemi di premialità per incentivare il rinnovo del parco veicoli nell’ottica di sostenibilità ambientale e sicurezza e si offrono due anni di transito gratuito sulle autostrade (MAUT) ai veicoli ad alimentazione alternativa e ad alta innovazione tecnologica. Al tempo stesso sia in Spagna che in Germania si studia un piano di rottamazione dei veicoli ante Euro VI con sostanziali fondi dedicati”.
Dal punto di vista dell’occupazione e del lavoro servono addetti professionali adeguatamente preparati: dai conducenti (in Europa ne mancano, secondo le ultime informazioni, circa 180.000) ai tecnici di officina, dagli addetti alla logistica agli esperti di materie pericolose.
“Tutti i soggetti attori sulla scena dell’autotrasporto italiano – conclude la Cna Fita regionale – di fronte alla mancanza di attenzione razionale ai gravi problemi che affliggono da tempo il settore, chiedono ai decisori politici di considerare il mondo del trasporto e della logistica come strategico per il nostro Paese e di ripristinare le forme di sostegno consentendo così a questo settore di diventare maggiormente competitivo, più sicuro e meno impattante per l’ambiente.

Foto, Piero Cavallaro