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Alto Adige-TRANSART18, ancora due giorni all’insegna della cultura contemporanea nella sua accezione più ampia

24 Settembre 2018

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Alto Adige-TRANSART18, ancora due giorni all’insegna della cultura contemporanea nella sua accezione più ampia

Transart esplora la sound art e la nuova musica con due appuntamenti dedicati alle sonorità del presente.
Si comincia giovedì 27 settembre alla Giardineria Schullian alle 20.30 con MuseRuole meets Transart. MuseRuole – women in experimental music è un festival biennale dedicato a musiche al confine tra la sound art, l’elettronica e la nuova musica, con uno sguardo particolare all’improvvisazione e al work in progress. Nel corso delle sue edizioni MuseRuole ha dimostrato come il mondo della musica contemporanea di ricerca sia un mondo complesso e frammentato, non una scena bensì un microcosmo di esperienze e percorsi individuali nei quali è difficile parlare di linguaggi al femminile e individuarne caratteristiche al di là della specificità di ogni singolo approccio. Per questo MuseRuole si propone come un’antologia di musiche di autrici tra loro molto differenti, per strumentazione, per provenienza e per intenzioni, ma con desideri comuni.
Il festival fondato da Valeria Merlini e dall’Ufficio cultura del Comune di Bolzano nel 2012, accolto quest’anno all’interno di Transart in collaborazione con il festival berlinese Heroines of Sound, costruirà un articolato percorso sonoro nello scenario suggestivo delle serre del vivaio Schullian.
Fuoco di quest’edizione è il panorama attuale della ricerca musicale a Berlino. Les Femmes Savantes, ensemble interdisciplinare composto dalle compositrici e performer Sabine Ercklentz, Andrea Neumann, Ana-Maria Rodriguez e Ute Wassermann è rappresentativo della “Echtzeitmusik Szene” su cui nel 2011 è stato pubblicato il libro “Echtzeitmusik Berlin: Selbstbestimmung einer Szene”. A loro si aggiungono Farahnaz Hatam, artista sonora sperimentale molto attiva nella scena, che si dedica alla sintesi sonora digitale con SuperCollider, la compositrice newyorkese Andrea Parkins, conosciuta per il suo approccio innovativo alla fisarmonica, che presenta “Two Rooms (Variation 3)” una composizione elettroacustica per fisarmonica modificata elettronicamente, oggetti amplificati e strumenti virtuali progettati da lei stessa, ed infine l’australiana Jasmine Guffond che si interroga sull’idea di “durata” del suono.
Venerdì 28 alle ore 20.30 Transart si sposta invece alle Officine FS, il grande capannone delle Ferrovie dello Stato, per la prima italiana dell’opera Die Weber, di Johannes Kalitzke. Ad interpretare la nuova partitura è l’Orchestra Haydn, e sul podio del direttore salirà lo stesso Kalitzke. Die Weber è concepito come colonna sonora dell’omonimo film muto del 1927 del regista Friedrich Zelnik, in questo caso eseguita dal vivo dall’orchestra durante la proiezione del film.
La pellicola di Zelnik si rifaceva a sua volta ad un dramma dello scrittore Gerhard Hauptmann, Die Weber appunto, “I tessitori”, scritto nel 1892, senza dubbio la sua sceneggiatura più celebre.
Il dramma, che si inserisce nella corrente del Naturalismo tedesco, tratta la rivolta dei tessitori della Slesia nel 1844, e lo fa con sguardo disincantato, restituendo un ritratto crudo della misera situazione dei lavoratori alla metà del secolo.
Nel 1927 Friedrich Zelnik girò un ambizioso adattamento cinematografico del dramma di Hauptmann, un film muto di 93 minuti, considerato dalla critica la migliore parafrasi su pellicola del pezzo teatrale. Zelnik abbracciò le istanze sollevate dal dramma relativamente alla condizione dei lavoratori, tanto attuali nella Repubblica di Weimar quanto nella Prussia della metà del XIX secolo. Nel 2012, con le musiche di Johannes Kalitzke l’opera di Hauptmann e quella di Kalitzke sono nuovamente trascinate nella contemporaneità, con una colonna sonora finalmente all’altezza del dramma.
Kalitzke è sicuramente uno dei compositori più interessanti del panorama contemporaneo tedesco. E’ regolarmente invitato come direttore ospite di formazioni come i Klangforum Wien, l’Ensemble Modern e i Münchner Philarmoniker, e in produzioni operistiche ai Salzburger Festspiele, alla Staatsoper Unter den Linden e alla Stuttgarter Oper, per citarne solo alcune.

In foto: LFS c-Anja Weber.