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L’Accademia d’Archi di Bolzano torna con un nuovo programma sull’elegante palcoscenico di Castel Mareccio

6 Agosto 2018

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L’Accademia d’Archi di Bolzano torna con un nuovo programma sull’elegante palcoscenico di Castel Mareccio

Tra le più preziose realtà musicali del nostro territorio bisogna senza dubbio annoverare l’Accademia d’Archi di Bolzano, ensemble di ormai lunga tradizione, più di 30 anni, diretto dal violinista Georg Egger, una delle figure più eminenti del panorama musicale locale. L’ensemble ha recentemente pubblicato un disco per l’etichetta Hänssler Classic con tre delle dodici sinfonie giovanili di Felix Mendelssohn, e per Sony ha inciso opere di Mozart e Haydn con il fagottista Sergio Azzolini.
Ogni anno l’Accademia d’Archi arricchisce il programma del Bolzano Festival Bozen con un concerto di grande raffinatezza, nella cornice di Castel Mareccio, proponendo programmi musicali meravigliosamente pensati ed eseguiti. Quest’anno l’appuntamento si terrà l’8 agosto, alle 20.30, con l’esecuzione di due partiture per orchestra d’archi di due figure monumentali della storia della musica, entrambi a loro modo maestri del loro tempo: il tedesco Felix Mendelssohn Bartholdy e l’ungherese Béla Bartók.
Mendelssohn è un compositore dalla fisionomia unica. Nato in una ricca famiglia di banchieri il giovane musicista ebbe modo fin da piccolo di conoscere artisti, letterati, pensatori e scienziati tra i più significativi per la cultura tedesca dei primi decenni dell’Ottocento. Goethe, che molti anni prima aveva assistito all’esibizione di un giovanissimo Mozart, si mostrò molto impressionato dal piccolo Felix al punto da osservare che la differenza che correva tra i due fosse paragonabile a quella che corre tra il dotto conversare di un adulto ed il blaterare di un bambino.
Tra i 12 e i 14 anni Mendelssohn scrisse oltre ad un buon numero di brani cameristici anche 12 sinfonie per orchestra d’archi che venivano eseguite da un’orchestra privata presso il salotto berlinese della famiglia, di cui fa parte anche la Sinfonia per archi in Do Maggiore eseguita dall’Accademia d’Archi di Bolzano. La prima scrittura del compositore sembra essere influenzata da Mozart ed Händel, ma soprattutto da Johann Sebastian Bach, di cui la zia Sarah Levy possedeva vari manoscritti grazie ai suoi contatti con gli eredi del musicista tedesco. La Sinfonia in programma comincia infatti con un movimento che ricorda un ouverture francese, ed è ricca di imitazioni, fugati e contrappunti di memoria barocca. Tuttavia il genio del compositore già riluce e anticipa qualcosa della temperie romantica ottocentesca e di sue opere più mature come “Sogno di una notte di mezza estate”.
La seconda parte della serata è dedicata invece al Divertimento per archi composto nel 1939 dal compositore ungherese Béla Bartók. Parte del fascino del brano è certamente dovuto al fatto che questo fu l’ultimo brano scritto dal compositore prima di lasciare l’Ungheria per gli Stati Uniti all’alba della Seconda Guerra Mondiale. Un eco di questo sentimento crepuscolare aleggia nel brano, in particolare nel secondo movimento di cui il pianista András Schiff disse: “è musica di un mondo al tramonto, che si ascolta come un presentimento […]”. La composizione ha la forma di un Concerto grosso, alla maniera di quelli a noi noti di Händel, in cui le cinque parti principali hanno un ruolo solistico e dialogano costantemente con l’orchestra.
L’accostamento dei due brani nel programma del concerto non è casuale. Malgrado le spiccate differenze ed il considerevole lasso di tempo che intercorre tra le due composizioni, tuttavia esistono dei punti di contatto non trascurabili. Innanzitutto entrambi i compositori si sono scrupolosamente riferiti a Bach e guardano da diverse prospettive al repertorio barocco. Inoltre in entrambe le composizioni gioca un ruolo molto importante la musica popolare: il canto popolare svizzero in Mendelssohn e le melodie magiare in Bartok, che con il compositore Zoltán Kodály fu tra i primi a raccogliere un corpus consistente di melodie popolari ungheresi ed interessarsi a questioni etnomusicologiche.