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Roma. Governo va alla guerra contro Boeri, ovvero la “manina” dei numeri

16 Luglio 2018

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Roma. Governo va alla guerra contro Boeri, ovvero la “manina” dei numeri

Salvini consiglia a Boeri di dimettersi, invece Di Maio “terremo conto alla scadenza del suo incarico che il Presidente dell’Inps non è d’accordo con il Governo.”
Attacco senza precedenti, come lui stesso lo definisce, contro Tito Boeri, presidente dell’Inps, visto di traverso dai leghisti per la sua posizione sui migranti e pure dai cinque stelle per le stime negative sulle ricadute occupazionali del “Decreto dignita”, primo atto del governo in Gazzetta Ufficiale. L’intervento, o meglio “la manina” che secondo il ministro del Lavoro Luigi di Maio e a quanto pare anche secondo il prof. Giovanni Tria, il ministro all’Economia e Finanze, sarebbe un prolungamento dell’Istituto previdenziale che avrebbe inserito nella relazione tecnica al Decreto quei numeri tanto sgraditi a Di Maio. Così, per metter pace tra Movimento 5 Stelle da una parte, e il Tesoro e la Ragioneria generale dello Stato dall’altra, minacciati ieri dai Pentastellati di un repulisti impietoso, Di Maio ha precisato di “non aver mai accusato” né il ministro dell’Economia, né la Ragioneria, in un comunicato congiunto Giovanni Tria ha scaricato la responsabilità sull’Inps. I calcoli riportati dall’Inps nella relazione allegata al Decreto, secondo il ministro dell’Economia sarebbero “privi di basi scientifiche e in quanto tali discutibili”. Matteo Salvini rincara la dose commentando che “se Boeri non è d’accordo può dimettersi”. La soluzione per Di Maio sarebbe un’altra. “Non possiamo rimuovere Boeri ora, quando scadrà – avverte il ministro – terremo conto che è un presidente dell’Inps che non è minimamente in linea con le idee del governo”.

In foto, Luigi Di Maio, ministro del Lavoro e vice Primo ministro