Politica Ultime Notizie

Renato Stancher, vicesindaco di Brunico: “Dobbiamo smetterla di avere paura di sentirci Italiani”

28 Luglio 2018

Renato Stancher, vicesindaco di Brunico: “Dobbiamo smetterla di avere paura di sentirci Italiani”

I motori si scaldano e le elezioni provinciali si avvicinano. I partiti tradizionali cominciano a formare le rispettive liste e nel frattempo se ne formano di nuove. Dalla frattura col Partito Democratico è nata una nuova lista civica, ovvero Noi per l’Alto Adige, per iniziativa di Roberto Bizzo e del suo gruppo. La prima mossa del presidente del consiglio provinciale è stata quella di spostare a centro l’asse del neonato movimento, cercando diventare un catalizzatore di amministratori ed elettori, che non si riconoscessero più né nel Pd, né in Forza Italia e neppure nella Lega. Anche il vicesindaco di Brunico, storico rappresentante della comunità italiana brunicense, ha aderito a Noi per l’Alto Adige ed, in esclusiva, ci spiega il perché.

Buongiorno Renato, alle elezioni comunali del 2014, lei è stato il candidato sindaco più votato dopo quello della Svp, raccogliendo quasi il 13% dei consensi. In pratica tutta la sua comunità italiana si è schierata con Lei. Come ha fatto a costruirsi tale consenso?

Sono anni che mi impegno per la mia comunità a Brunico ed io non mi limito di certo nel cercare i voti solo qualche settimana prima degli appuntamenti elettorali. Non mi interessa, ciò che mi interessa è stare vicino alla mia comunità, giornalmente, ascoltandola e investendo tutto me stesso in questa attività. Sono in un gruppo di circa 40 persone, che si vedono regolarmente per discutere sulle problematiche brunicensi ed io ne sono la voce, insieme agli altri 2 colleghi, che siedono con me in consiglio comunale. Basta fare un semplice esempio. Una signora anziana è venuta da me, dicendomi che il semaforo per l’attraversamento pedonale durasse troppo poco e che lei non ce la faceva ad attraversare la strada. A me non è costato nulla mettermi in contatto con gli uffici competenti del comune, per allungare la durata del verde di 30 secondi. Le piccole cose fanno la differenza e sono quelle che distinguono il politico per il cittadino dal politico per professione.

Di recente si è avvicinato a Noi per l’Alto Adige, raccogliendo non poche critiche, soprattutto da noti esponenti della destra locale. Come mai questa decisione?

Io sono un moderato di centro destra e come tale aborro i populismi. Da sempre speravo che si venisse a creare in Alto Adige un movimento di raccolta della comunità italiana, una casa dei moderati, trasversale agli schieramenti tradizionali, in cui i partiti tradizionali facciano un passo indietro per il bene maggiore, ovvero quello della comunità italiana. Negli ultimi lustri il gruppo italiano è andato scomparendo ed in qualche modo nelle credenze comuni è come se si fosse creata l’idea che se si difende la comunità italiana si è dei fascisti. Basta con questi luoghi comuni.
L’autonomia deve essere inclusiva e noi italiani abbiamo diritto e dovere nel contribuire nel suo perfezionamento. In Noi per l’Alto Adige ho trovato immediatamente un’atmosfera familiare e spero realmente che possa diventare un movimento di raccolta della comunità italiana, perché sia il Partito Democratico, la Lega che i 5 Stelle, eleggono ed hanno eletto rappresentanti di lingua tedesca con voti provenienti dal bacino elettorale italiano (persino a Brunico!), tutto a scapito della nostra comunità che perde assessorati ovunque e quindi si attiva un pericoloso meccanismo di delega della propria rappresentanza. L’autonomia è di tutti e tutti siamo responsabili di ciò che è e di cosa sarà. Non è necessario avere paura della propria identità culturale, ma con dignità possiamo dire la nostra e far parte del processo decisionale della nostra terra.

A proposito della Lega, sarebbe stato forse più facile per lei, entrare in un partito all’apice del suo successo elettorale, probabilmente anche con maggiori probabilità di essere eletto.

Metto subito in chiaro le cose. Non corro per vincere, ma ovviamente non nascondo che sarebbe un onore per me rappresentare la comunità italiana in consiglio provinciale, ma la mia scelta è spinta dalla speranza che si venga a creare un partito di raccolta di moderati del mondo italiano, con l’auspicio che la nostra comunità possa tornare a contare. La lega è un partito con doppia, tripla personalità. Salvini parla “per gli italiani”, però poi gli esponenti locali fanno dichiarazioni a favore della secessione dell’Alto Adige, poi candidano alle europee esponenti dei Freiheitlichen e partecipano ad eventi organizzati dai partiti della destra tedesca. A questo punto perché non diventano la costola italiana della STF o dei Freiheitlichen? Cioè solo quando gli fa comodo dicono di essere parte del centro destra nazionale ed onestamente non è parte della mia cultura politica aderire a movimenti con simpatie secessioniste.

Se non dovessi essere eletto, cosa farà?

Continuerò a fare ciò che ho fatto finora ovvero stare vicino alla mia comunità. Io spero che si stiano mettendo le basi “pro futuro”, per un movimento che possa crescere e diventare un punto di riferimento per la comunità italiana. Il mio impegno in politica non finisce con le provinciali del 2018, ma continua perché si tratta di un investimento a medio e lungo termine per le generazioni che verranno. Farò una campagna capillare, porta a porta, caratterizzata da moderazione e mediazione. Non sono per gli spot pubblicitari, che tanto piacciono ai partiti che ci governano. Sono per il fare.. fatti non parole.