Mondo. Tratta dei minori, numeri preoccupanti, maggiori di quanto suggeriscono i dati ufficiali
L’Unicef lancia l’allarme, La Garante per l’Alto Adige conferma tre casi in loco.
Sono bambini il 28 per cento delle vittime di tratta a livello mondiale. Una percentuale che sale al 64 e al 62 per cento in regioni come africa sub sahariana, America centrale e Caraibi. L’allarme lo lanciano Unicef e il Gruppo di coordinamento e interagenzia contro la tratta di esseri umani (Icat) in occasione della Giornata internazionale dedicata al contrasto a questo fenomeno che si celebra per la quinta volta oggi 30 luglio.
“Sono soprattutto i minori stranieri non accompagnati ad essere vittima della tratta di esseri umani“. – conferma la Garante per l’infanzia e l’adolescenza dell’Alto Adige, Paula Maria Ladstätter,. L’Ufficio della Garante solo quest’anno si è occupato di tre casi che avevano a che fare con la tratta di esseri umani. “La povertà genera violenza e sfruttamento”, ribadisce Paula Maria Ladstätter. “Spesso i giovani si ritrovano tra le mani dei trafficanti – in molti casi ben prima di intraprendere il loro viaggio verso l’Europa. Una volta giunti in Italia fanno pressioni per avere un lavoro, poiché devono estinguere debiti che loro stessi o le loro famiglie d’origine hanno contratto per il viaggio. Per guadagnare soldi nel minor tempo possibile spesso intraprendono quindi percorsi pericolosi e illegali, quali il traffico di droga o la prostituzione.”
Unicef e Icat stimano che il numero di bambini vittime di tratta sia maggiore rispetto a quanto suggeriscono i dati attuali. La realtà – osservano – è che i bambini sono raramente identificati come vittime di tratta. Pochi si fanno avanti per paura dei trafficanti, mancanza di informazione sulle opzioni disponibili, diffidenza nei confronti delle autorità, paura di essere rimpatriati senza tutela e con supporto materiale limitato. L’attuazione di politiche governative per tenere questi bambini al sicuro vengono sollecitate da Unicef e Icat, che chiedono di aumentare vie sicure e legali per far sì che si possano spostare con le loro famiglie e per migliorare la cooperazione transfrontaliera e lo scambio di informazioni tra i controlli di frontiera e le autorità incaricate per la protezione dei bambini.