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Spid, la procedura per attivarlo è troppo complessa

25 Aprile 2018

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Spid, la procedura per attivarlo è troppo complessa

Corrarati: “Prima della digitalizzazione, occorre semplificare. Così il Paese non innova”.  

“Prima si semplifica e poi si digitalizza. Se non si procede così, i costi per digitalizzare il Paese saranno tali da non riuscire a renderlo realmente innovativo”. Lo afferma Claudio Corrarati, presidente della CNA del Trentino Alto Adige, prendendo come spunto la procedura per attivare lo Spid (Sistema pubblico di identità digitale).
“Tempo fa – osserva Corrarati – si diceva che lo Spid fosse una sola identità digitale in grado di rimpiazzare i diversi codici esistenti per entrare, via web e senza fare code, nei servizi pubblici ma anche in quelli privati, come le banche ad esempio”. Basta inserire il nome utente e una password composta da minimo otto caratteri, con alcune condizioni: almeno un numero e un simbolo speciale (%, #, $), mai segni uguali consecutivi, sia lettere minuscole che maiuscole. La password va aggiornata ogni sei mesi. Sarà comunque il gestore dell’identità digitale a dettagliare gli standard. “Descritto così – argomenta il presidente dell’Unione artigiani – lo Spid sembra semplice e capace di togliere tempo e burocrazia al rapporto tra stato e cittadini, tra impresa e cittadini”.
Ma veniamo alla pratica. “Prima di tutto – chiarisce Corrarati dopo aver sperimentato di persona la procedura – il singolo cittadino deve entrare nel sito Infocert e compilare una serie di moduli, oltre ad allegare in forma scannerizzata un documento di identità: non tutti a casa posseggono uno scanner che digitalizza i documenti. Fatto questo primo passo, che a seconda della conoscenza comporta da poche decine di minuti a diverse ore, ci si deve recare in un centro autorizzato dove un addetto compilerà un secondo modulo, oltre ad effettuare alcune foto per accertarsi che la persona che esegue l’operazione sia veramente quella che ha introdotto credenziali e documento identità nel sito Infocert. Completata questa operazione, per la quale occorre richiedere un appuntamento preventivo con uno dei centri autorizzati, si ricevono un’e-mail e una serie di codici necessari per compilare un nuovo elenco di documenti su sito Infocert. In alcuni passaggi viene richiesta la sottoscrizione del contratto con firma digitale, altra procedura non propriamente semplice”.
“Terminata questa fase – prosegue Corrarati – si attendono circa 72 ore per ricevere una e-mail che consente di scaricare una app per smartphone seguendo le indicazioni riportate. Finito queste operazioni, si riesce finalmente a parlare in modo digitale con la Pubblica Amministrazione sempre che il tutto, da un punto di vista tecnologico, funzioni: nel compiere le operazioni sopra descritte, ho dovuto riavviare alcune volte la procedura perché si bloccava il sistema”.
“Il pensiero – riflette il presidente della CNA regionale – va a chi in questo Paese non è un nativo digitale e deve violentarsi, digitalmente parlando, per accedere a servizi complicati, ma in modo moderno. Questa non è innovazione, non è digitalizzazione. Per fare ogni pratica servirebbero poche e chiare informazioni e non decine di moduli da compilare non più a mano ma con una tastiera. Così il Paese non è ancora veloce, non è ancora “spid”.”

In foto: Claudio Corrarati, presidente della CNA Trentino Alto Adige.