Accordo Provincia-Poste produce effetti, attivato il centro logistico di Bolzano
La corrispondenza postale da e per l’Alto Adige, a partire da oggi, verrà lavorata direttamente a Bolzano e non più a Verona. Questo grazie alla riapertura, dopo i tempi tecnici necessari all’allestimento dei locali, del centro di distribuzione e smistamento del capoluogo altoatesino, che potrà contare anche su una particolarità importante dal punto di vista simbolico: un timbro trilingue (italiano, tedesco e ladino) per annullare la corrispondenza di passaggio nel centro con la scritta Bolzano/Bozen/Bulsan. I vantaggi legati alla riapertura del centro, che aveva chiuso i battenti nel 2003 dopo un progressivo trasferimento della lavorazione della corrispondenza a Verona, sono molteplici: innanzitutto si riduce la “strada” percorsa da lettere, cartoline e quant’altro, che non dovranno più raggiungere il Veneto. Inoltre, dato una parte consistente della posta che parte dall’Alto Adige è diretta all’interno dei confini provinciali, vengono abbattute le possibilità di errore dovute ai problemi nella lettura degli indirizzi in lingua tedesca da parte dei macchinari.
La riapertura del centro di distribuzione rappresenta solo uno dei punti contenuti nell’accordo sottoscritto esattamente un anno fa da Provincia di Bolzano e Poste Italiane, che comprende anche il mantenimento sul territorio di tutti i 129 uffici postali, diventati nel frattempo 130 grazie alla riapertura di Pineta di Laives, e la garanzia della consegna 6 giorni su 7 dei prodotti editoriali.
Per quanto riguarda il personale, oltre al mantenimento dei 503 postini e 370 addetti negli uffici postali, da segnalare le 15 nuove assunzioni legate proprio al centro di distribuzione, e la copertura dei posti apicali con gli altoatesini Luca Passero (direttore provinciale) ed Ester Demetz (direttrice del personale) a garanzia di una migliore attenzione a necessità, bisogni ed esigenze del territorio.
Per quanto riguarda il personale sono previste ulteriori assunzioni: il tema sarà discusso dalla commissione paritetica Provincia-Poste Italiane, anche perché, alla luce della sostanziale piena occupazione presente in Alto Adige, le forme contrattuali precarie o le assunzioni a tempo determinato rischiano di non avere il necessario riscontro da parte dei potenziali nuovi lavoratori.
Foto/c-USP/mb