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Riforma del terzo settore, scompaiono le Onlus

31 Marzo 2018

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Riforma del terzo settore, scompaiono le Onlus

Il Consiglio nazionale della categoria ha presentato un pacchetto di proposte di emendamenti in vista dell’approvazione dei decreti attuativi. Il presidente dell’Ordine bolzanino Zago: «Miglioramenti significativi per fare chiarezza sulla regolazione del settore»

Bolzano. Dalla definizione delle forme e delle modalità di organizzazione all’amministrazione e controllo, il cosiddetto «Codice del terzo settore» — decreto legislativo entrato in vigore lo scorso agosto  — ha apportato modifiche fondamentali alle normative riguardanti il vasto panorama italiano dell’associazionismo. Si tratta di una riforma epocale che riguarda in particolare la fiscalità degli enti non profit per cui sono previsti nuovi regimi forfettari di tassazione. Tra i destinatari maggiormente coinvolti ci sono le Onlus, destinate di fatto a scomparire con la creazione del Registro unico nazionale del terzo settore prevista entro il 2019. «Tra deleghe governative e ministeriali e autorizzazioni europee, al momento mancano ancora gli atti necessari per attuare pienamente le previsioni della Riforma —spiega il presidente dell’Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili della Provincia di Bolzano, Claudio Zago —. Nel frattempo, però, gli enti dovranno valutare quale delle sette nuove forme giuridiche previste dal registro unico nazionale scegliere. In questo periodo di transizione la figura del commercialista diventa un partner fondamentale per garantire che questa scelta venga fatta con consapevolezza e prudenza».
Intanto il Consiglio nazionale dei commercialisti ha inviato al Ministero del lavoro e agli altri soggetti interessati alla materia un documento contenente una serie di proposte di emendamento per la revisione delle disposizioni concernenti la Riforma del Terzo settore. L’iniziativa — con l’obiettivo di dare un contributo per il completamento della revisione organica delle norme del settore — nasce in considerazione del fatto che il «Codice del Terzo settore» rende possibile l’emanazione di decreti correttivi entro 12 mesi dall’entrata in vigore dei decreti attuativi della riforma. Il termine ultimo per la loro approvazione è fissato per il 3 agosto del 2018. «Gli accorgimenti proposti — afferma il presidente dell’Ordine bolzanino, Claudio Zago — potrebbero apportare miglioramenti significativi alla regolazione del settore, rendendo più fruibile l’attuazione della normativa». «Le proposte del Consiglio nazionale della categoria — continua — toccano prevalentemente le tematiche di natura professionale che possono incidere sul buon funzionamento degli enti del Terzo settore e intendono fare chiarezza sul coordinamento di alcuni disposizioni del dlgs 117/2017 con la disciplina pre-esistente e tutt’oggi, per molti aspetti, ancora vigente».

Le proposte dei commercialisti

In questa prospettiva, i commercialisti propongono di rendere possibile agli enti sportivi dilettantistici che aspirano a iscriversi nel costituendo Registro unico nazionale del Terzo settore di mantenere il regime fiscale della Legge 398/91 nonché le altre specifiche disposizioni contenute nel Tuir. La categoria suggerisce anche di garantire la decommercializzazione dei corrispettivi specifici di cui all’art.148, comma 3 del Tuir per le associazioni culturali e di formazione extra scolastica al fine di evitare sotto il profilo reddituale la tassazione delle quote versate da associati e tesserati. Contestualmente, il Consiglio nazionale ha formulato emendamenti in materia di rendicontazione finanziaria, suggerendo alcune rettifiche terminologiche con lo scopo di fare chiarezza sul contenuto dei prospetti di bilancio nonché altre modifiche che possono meglio conciliare la tempistica della predisposizione dei documenti di sintesi, coordinando anche le previsioni civilistiche con quelle di natura fiscale.
Altre considerazioni sono dedicate all’attività di controllo sugli enti e alla lettura congiunta degli articoli inerenti l’organo di controllo e il soggetto incaricato della revisione legale dei conti. Tra le proposte dei commercialisti, infine, anche quella di prevedere la non imponibilità dei proventi derivanti dalla raccolta fondi per gli enti del Terzo settore non commerciali, laddove questi destinino il ricavato allo svolgimento con modalità non commerciali delle attività di interesse generale.

In foto: l’assemblea dell’ordine dei commercialisti di Bolzano

 

 

 

 

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