Bolzano. Toponomastica, la Corte costituzionale rinvia il pronunciamento, la legge torna in Consiglio provinciale, incognita Bizzo
La Corte Costituzionale non analizzerà il caso della legge provinciale sulla toponomastica nella seduta del 7 marzo. La legge è stata impugnata nel 2012 dal governo Monti e da allora la Provincia, attraverso il governo, è riuscita sempre a ottenere il rinvio della discussione. Il pronunciamento della Corte costituzionale sembrava ora non più rinviabile e con questo la definitiva sentenza su quella legge varata quando presidente della Provincia era ancora Luis Durnwalder. Questa prevedeva che il potere di stabilire quali nomi italiani sono ancora in uso veniva affidato ad un comitato a tre, uno scelta da ciascun gruppo linguistico. Il comitato avrebbe esaminato le proposte le proposte delle comunità comprensoriali che avrebbero materialmente raccolto i toponimi sul campo. Una procedura che il governo, presieduto allora da Mario Monti, non approvò, tanto che il consiglio dei ministri impugnò la legge. Da allora il contenzioso rimase arenato presso la Corte costituzionale. In Commissione dei Sei, il compromesso raggiunto dal senatore Palermo fu ostacolato dall’opposizione di Roberto Bizzo e Brunhilde Platzer. Il pronunciamento della Corte sembrava ora improcrastinabile. Il timore della Svp era che la Corte costituzionale imponesse una rigida bilinguità, quindi anche la problematica, per non dire impossibile traduzione della microtoponomatica tedesca.
Quindi ora riparte la trattativa e con questa forse anche gli scontri. La settimana prossima il consiglio provinciale dovrebbe affrontare il disegno di legge sulla toponomastica che il capogruppo Svp Dieter Steger ha già presentato. Disegno di legge che è copia conforme della norma di attuazione non approvata. “Adesso spetta al consiglio provinciale fare la legge, non ci sono alternative – dice il vice Obmann Svp Karl Zeller. Non so quanto tempo passerà prima che si insedi il nuovo governo e che questo poi nomini la nuova commissione dei Sei. Quindi – conclude Zeller –a questo punto non resta che fare la legge provinciale. La norma di attuazione sarà fatta in un secondo momento. L’incognita Bizzo è però all’orizzonte. Bisognerà vedere se il presidente del Consiglio provinciale, appena uscito dal Pd, vorrà far passare quella soluzione che in commissione del Sei aveva bocciato.