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Una memoria collettiva per l’Alto Adige

22 Febbraio 2018

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Una memoria collettiva per l’Alto Adige

Eurac Research crea una raccolta digitale di corrispondenza del secolo scorso

Lettere, cartoline e appunti: i ricercatori di Eurac Research stanno creando una raccolta di scritti dall’Alto Adige dalla fine dell’Ottocento a oggi. La raccolta sarà una fotografia del ventesimo secolo in Alto Adige e fornirà maggiori informazioni su diritti delle minoranze, uso della lingua e storia sociale e conterrà scritti nelle tre lingue della provincia. Per realizzare questo archivio, i ricercatori si rivolgono a tutti gli altoatesini in possesso di questi documenti, chiedendo la loro collaborazione. Per la raccolta sarà realizzata una copia digitale, in modo che i possessori non debbano separarsi dai loro ricordi.

“Mi ha particolarmente colpito lo scambio epistolare tra cinque orfani che vivevano in diversi paesi dell’Alto Adige e che nel periodo dell’Opzione si sono chiesti in più di 100 lettere se restare qui o emigrare. Le lettere trasmettono in modo molto efficace il turbamento e il travaglio interiore di queste persone”, racconta Georg Grote di Eurac Research che da alcuni anni lavora alla raccolta e ad oggi ha accumulato circa 5.000 lettere, soprattutto in tedesco.
Ai ricercatori interessano lettere, cartoline e scritti legati a eventi storici rilevanti ‒ come divisione del Tirolo, italianizzazione, Opzione, stagione delle bombe ‒ ma anche corrispondenza e appunti che descrivano la quotidianità altoatesina sia in tedesco che in italiano. “Gli scritti nelle due lingue, per esempio nel periodo delle bombe, si differenziano proprio solo per la lingua: l’atmosfera di quegli anni, le paure e le preoccupazioni emergono con forza da entrambe le parti”, spiega Grote.
L’idea di raccontare la storia di un territorio attraverso la quotidianità delle persone nasce nel mondo anglosassone. Il punto di vista di persone comuni funge da base per la ricerca in settori come diritti delle minoranze, uso della lingua, teoria dei conflitti e migrazione. Non è solo la ricerca a beneficiare di questi archivi: le raccolte sono accessibili gratuitamente a tutti e sono uno strumento utile per le nuove generazioni per capire meglio il passato.
Chi avesse questi documenti e desiderasse metterli a disposizione della raccolta digitale può contattare i ricercatori di Eurac Research che nei prossimi mesi si sposteranno all’interno della provincia per fotografare i documenti in modo che i proprietari non debbano separarsene. L’assoluta anonimità della fonte è garantita.

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