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A Klimahouse “Stanze a cielo aperto”

18 Gennaio 2018

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A Klimahouse “Stanze a cielo aperto”

Architettura, clima e paesaggi dalle Alpi al Mediterraneo

KLIMAHOUSE 2018

Fiera internazionale per l’efficienza energetica e il risanamento in edilizia

Fiera Bolzano, 24 – 27 gennaio 2018

Architettura e Design si sposano al paesaggio: un dialogo tra Natura, Progetto e Contesto.

Nell’ambito dei seminari di studio e ricerca che Klimahouse organizza ogni anno, è in programma per sabato 27 gennaio 2018, dalle ore 10.00 alle ore 13.00 presso la sala Cevedale all’interno dei padiglioni della fiera, un incontro dedicato ad architetti, studenti, operatori e aziende che si occupano del delicato e importante rapporto tra architettura, design e clima.

Il tema della casa bioclimatica, come sappiamo, non è un’invenzione di questi anni.

Già a partire dal 1920, è stato affrontato da coraggiosi architetti modernisti che hanno avviato ricerche interessanti su questo importante tema progettuale. Dalla Ville Savoye di Le Corbusier, nei pressi di Parigi, alla “Casa palafitta” di Figini e Pollini a Milano, fino alla Villa Malaparte a Capri: il tetto terrazzo ha rappresentato la conquista di un dialogo tra architettura, clima, ambiente, illuminazione naturale e soleggiamento, che ha visto la sostituzione del tetto tradizionale con il moderno tetto giardino. Un percorso che è riuscito a fondere insieme architetture originali con invenzioni tecnologiche d’avanguardia.

Ed è proprio in una regione dalle radici e dal patrimonio fortemente improntati su questi elementi, che in occasione della prossima edizione di Klimahouse, dal 24 al 27 gennaio 2018, il DICAM –Dipartimento di Ingegneria Ambientale, Meccanica di Trento, con la cura scientifica del prof. Arch. G. Pino Scaglione e la collaborazione di varie università italiane e straniere, organizza il seminario “Stanze a cielo aperto”. Un titolo suggestivo ed evocativo che nasce dalla volontà di recuperare il tema legato all’importante esperienza culturale che parte dagli anni del Razionalismo italiano e va avanti fino ai nostri giorni, con numerose ricerche e sperimentazioni originali.

Terragni, Figini e Pollini, Giò Ponti, Le Corbusier, André Lurçat: gli anni Trenta hanno visto passare alla storia architetti provenienti da contesti differenti ma accomunati dalla medesima cultura sperimentale che li ha portati a sviluppare una radicale trasformazione del tema dell’abitare.

Scopo dell’incontro è quindi offrire rinnovati spunti al dibattito sul delicato rapporto tra il costruire, l’abitare e le condizioni della natura, un tema più che mai cruciale in un momento di grande crisi ecologica planetaria come questo. Perché ciò sia possibile, occorre mantenere le tradizioni e la cultura tipiche del Modernismo, ancora oggi di grande successo nell’immaginario collettivo e nella riproduzione di modelli e arredi, ma anche promuovere il dialogo tra influssi alpini e mediterranei, per nuovi equilibri culturali e geografie che travalicano luoghi comuni.

Uno scenario orientato verso una cultura dell’abitare ecologico, che pone al centro la necessità di progettare case intelligenti, capaci sempre più di scaldarci e raffrescarci con pochi consumi.

I relatori di “Stanze a cielo aperto”

Esempi di progetti e realizzazioni presentati da docenti, architetti e aziende alimentano il seminario che prevede la partecipazione di nomi di spicco del panorama internazionale, come l’archistar spagnola Carmen Martinez Arroyo, fondatrice con Rodrigo Pemjean dello studio madrileno ArroyoPemjean Arquitectos. I due progettisti si sono fatti promotori di una originale ripresa dei modelli moderni, da Le Corbusier in poi, realizzando originali architetture felicemente sospese tra attenzione ai principi ecologici, alla qualità spaziale e alla bellezza dell’edificio.

L’architetto Vincenzo Corvino, dello studio Corvino+Multari, interviene con lo studio BergmeisterWolf con un approfondimento su “Transizioni: architetture tra interno ed esterno”, mentre del tema “Spazi dell’abitare: poetiche tra Mediterraneo e Alpi” ne parlano gli architetti Jacopo Mascheroni e Alberto Winterle.

In foto: stanza a cielo aperto