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Manca poco allo scioglimento delle Camere, Ius soli rinviato a tempi migliori

26 Dicembre 2017

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Manca poco allo scioglimento delle Camere, Ius soli rinviato a tempi migliori

Concluso il lungo iter della manovra economica manca poco allo scioglimento delle Camere. I parlamentari di questa XVII legislatura hanno fatto molto, ma non sono riusciti ad approvare lo Ius soli. Considerando l’ultima seduta del Senato dello scorso 23 dicembre alla quale il M5s, la Lega, Forza Italia, una parte del Pd ed altri hanno fatto mancare il numero legale, è molto improbabile che ci siano ancora spiragli per approvare una legge sulla cittadinanza in pochi giorni. Ormai si sono rassegnati anche i più ottimisti al fatto che lo Ius soli è stato di fatto rinviato a tempi migliori. Anche la lettera del movimento ‘Italiani senza cittadinanza’ indirizzata al Capo dello Stato con la quale si chiede di rinviare la conclusione della legislatura fino all’approvazione della legge in questione difficilmente potrà cambiare un iter scontato. Certo, spetta al Presidente decidere. Solamente lui, sentiti i presidenti di Senato e Camera, per un parere obbligatorio ma non vincolante, dispone lo scioglimento di entrambe o di una, come previsto dall’art. 88 della Costituzione. Quindi, dopo la firma del decreto presidenziale di scioglimento il Consiglio dei ministri approva lo schema di decreto col quale si fissa la data per lo svolgimento delle elezioni politiche e quella per la prima riunione delle nuove Camere. Generalmente lo scioglimento delle Camere, la data del voto e quella della prima seduta del nuovo Parlamento vengono comunicati con una nota del Quirinale. Naturalmente le precedenti Camere restano in carica fino alla riunione delle nuove, come previsto dall’art. 61 della Costituzione. Qualora dovessimo votare il 4 marzo prossimo, la prima seduta dovrebbe aver luogo entro il 24 marzo. Dopo l’elezione dei due Presidenti, che avvengono al Senato in quattro scrutini al massimo, alla Camera con votazioni ad oltranza fino a che un candidato non ottenga la maggioranza assoluta dei voti, è difficile prevedere chi sarà il nuovo Presidente del Consiglio. La nuova legge elettorale non garantisce una maggioranza certa, pertanto ci saranno sicuramente molte sorprese.

In foto: Palazzo Madama a Roma