Cultura & Società Ultime Notizie

Giovani e scuola distanti dalle aziende, le proposte CNA-SHV

21 Settembre 2017

author:

Giovani e scuola distanti dalle aziende, le proposte CNA-SHV

L’apprendistato non decolla tra gli italiani. Alternanza scuola-lavoro, classi abbinate alle ditte

Corrarati: tavolo di confronto tra economia e mondo della formazione per dare sbocchi lavorativi

Apprendistato duale poco attrattivo per i giovani dei centri urbani di fondovalle, maturità professionale non ancora introdotta per gli apprendisti del gruppo linguistico italiano, Formazione professionale a tempo pieno in costante crescita ma non sempre in linea con le aspettative delle imprese, difficile attuazione dell’alternanza scuola-lavoro nei licei e negli istituti tecnici. Sono gli argomenti analizzati oggi dalla CNA-SHV, nella conferenza stampa alla quale hanno partecipato il presidente regionale Claudio Corrarati, il nuovo segretario Günther Schwienbacher e Paolo Ferrazin, membro della Presidenza con la delega sull’apprendistato.

Per quanto riguarda l’apprendistato duale, attualmente ci sono 3.138 giovani in alternanza-scuola lavoro nella scuola tedesca e ladina, appena 214 in quella italiana. In totale 3.352 apprendisti, di cui 175 stranieri, con un trend stabile dopo 5 anni di calo (c’è un aumento tra i maschi e un calo tra le femmine soprattutto nell’attività di commessa) anche per effetto del Patto per l’apprendistato 2015-2018 che auspica un aumento del 5% di apprendisti. Se l’apprendistato duale è stabile, è invece in aumento l’apprendistato professionalizzante post diploma. La Formazione professionale a tempo pieno nelle scuole provinciali ha invece toccato quota 7.429 studenti, di cui 4.807 nella scuola tedesca-ladina e 1.702 in quella italiana, sono 818 gli stranieri.

“Il percorso dell’apprendistato duale – ha detto il presidente Claudio Corrarati – garantisce un posto ai giovani nel 90% dei casi, perché quasi sempre rimangono nell’azienda che li ha ospitati come apprendisti. Purtroppo nel mondo di lingua italiana l’apprendistato continua ad essere snobbato, tanto più che la maturità professionale, con la possibilità per gli apprendisti di continuare per altri due anni ed ottenere il diploma di maturità, è partita in via sperimentale solo nella Formazione professionale di lingua tedesca. Chiediamo che anche la Formazione professionale italiana parta con la sperimentazione della maturità professionale. È indispensabile una campagna di sensibilizzazione nei centri di fondovalle per invogliare i giovani a seguire il percorso dell’apprendistato duale. È sempre più forte la necessità di avvicinare domanda e offerta. Oggi ci sono aziende che non sono al passo con la qualifica degli studenti della Formazione professionale e, viceversa, studenti non abbastanza qualificati per le esigenze di alcune imprese. Sono due rette parallele che non trovano punti d’incontro. Occorre un’analisi costante dei fabbisogni formativi anche per chi entra nel mondo del lavoro con l’apprendistato professionalizzante post diploma”.

“Le aziende – ha aggiunto Corrarati – non cercano più il garzone di bottega da istruire solo nel saper fare con le mani, ma necessitano di collaboratori qualificati che parlino con i clienti, si rapportino con i committenti pubblici e privati, sbrighino le pratiche burocratiche, siano capaci di progettare e programmare l’attività aziendale. Ecco perché il percorso dell’apprendistato duale nella scuola tedesca, sommato alla maturità professionale che apre le porte dell’università, getta le basi per la formazione di artigiani laureati che sanno, ad esempio, disegnare una scala ed anche realizzarla manualmente, quindi sono in grado di dirigere ottimamente le maestranze e di interfacciarsi con i tecnici di cantiere. Un modello da replicare subito nella scuola professionale italiana”.

Paolo Ferrazin, vicepresidente di CNA-SHV con delega all’apprendistato, ha argomentato: “C’è una certa distanza tra ciò che chiedono le imprese e quel che offre la scuola per gli apprendisti. È uno dei motivi per i quali l’apprendistato nel mondo italiano è svalutato. Personalmente, ho un apprendista vetraio che però a scuola è stato inserito in un corso per falegnami. Su questi problemi occorre trovare soluzioni”.

Günther Schwienbacher, direttore della CNA-SHV, ha precisato: “Le aziende chiedono apprendisti più formati su lingue, matematica e informatica. Non a caso abbiamo stipulato un patto tra parti sociali per dare stipendi più elevati agli apprendisti che hanno voti buoni a scuola”.

Per quanto concerne la Formazione professionale a tempo pieno, la CNA-SHV propone l’istituzione di un tavolo di confronto permanente per sviluppare percorsi didattici di teoria e pratica più vicini alle necessità occupazionali delle imprese, implementando ulteriormente lo strumento dello stage che sempre di più deve concludersi con reali chance di assunzione per gli studenti.

Una ricerca di FastFuture per conto del governo britannico ha rivelato che tra le 20 professioni del futuro c’è l’artigiano digitale: vecchi mestieri realizzati in maniera innovativa.

Secondo la CNA-SHV non basteranno le 200 ore per i licei e le 400 ore per gli istituti tecnici di stage scuola-lavoro nel triennio per far entrare i giovani che scelgono questo percorso formativo nel mondo del lavoro. “Occorre una maggiore integrazione tra economia e mondo della formazione per fare in modo che chi esce dai percorsi scolastici trovi le porte aperte in azienda e che al contempo le imprese possano diventare più competitive assumendo giovani qualificati – ha affermato Corrarati -. Per l’alternanza scuola-lavoro nei licei e negli istituti tecnici proponiamo di collegare un’azienda o più aziende ad una classe di un istituto per metterle nelle condizioni di condividere un programma scolastico ed un programma aziendale di lavori. In pratica, per un anno l’azienda ha nel suo organico anche una classe con cui condividere alcuni programmi di lavoro. Nello stesso tempo, la classe avrà nel suo programma didattico la condivisone del piano programmatico della ditta. In questo modo si svilupperà uno stretto legame tra azienda e classe, favorendo anche il lavoro in team. Sarebbe una sperimentazione pilota in Italia, in grado di portare l’Alto Adige a diventare virtuoso anche in questo campo, ripercorrendo la strada dell’eccellenza che ha già nell’apprendistato duale”.