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Carichi di lavoro psichici, non va dimenticato il fenomeno mobbing

8 Agosto 2017

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Carichi di lavoro psichici, non va dimenticato il fenomeno mobbing

Venerdì scorso, l’Afi-Ipl, Istituto per la promozione dei lavoratori, ha presentato insieme alla Direzione Provinciale dell’INAIL alcuni risultati di una indagine relativamente ai carichi di lavoro psichici in Alto Adige. Quanto emerge è in linea con le esperienze fatte dalla SGBCISL nell’ambito della tutela e assistenza a favore degli iscritti.

La SGBCISL richiama l’attenzione a fenomeni che nell’indagine non sono stati toccati, ma che costituiscono un serio problema per molte lavoratrici e lavoratori e che non deve essere sottovalutato: lo stress nel rapporto con colleghi e superiori, vessazioni di vario tipo, svilimenti e mobbing sono pesi talvolta insostenibili per chi ne è colpito, rimasti in buona  parte dei tabu.

Già da tempo la SGBCISL è consapevolmente impegnata sulla problematica del disagio lavorativo e per dare supporto qualificato e risposte a coloro che ne sono toccati, ha attivato due anni fa, come primo e unico Sindacato a livello locale uno sportello di consulenza. L’obiettivo di questo servizio, istituito in collaborazione con tre psicologhe del lavoro specializzate in materia, è offrire un punto di riferimento, di ascolto al fine di riconoscere il disagio, affrontarlo e fornire un sostegno professionale che permetta, per quanto possibile, di superare e di uscire dalle condizioni di disagio legate al lavoro. Laddove necessario viene anche offerto un supporto legale.

Ad oggi sono quasi 50 le persone che si sono rivolte a questo servizio. Da considerare inoltre che il numero di persone che si rivolge al Sindacato con questi problemi è di gran lunga maggiore.

Per prevenire e contrastare fenomeni di disagio lavorativo sul lavoro, per garantire e supportare la qualità del lavoro serve una legge provinciale. In questo senso, la SGBCISL chiede che la legge provinciale “Antimobbing”, venga finalmente portata avanti. L’obiettivo della legge è di promuovere la prevenzione attraverso la formazione e campagne mirate di informazione e di sensibilizzazione. Dovrebbe, inoltre, favorire e diffondere buone pratiche attraverso il coordinamento, l’integrazione e l’ampliamento della rete di servizi e di consulenza, in parte già presenti sul territorio.