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Ab: il musulmano bolzanino laico

13 Maggio 2017

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Ab: il musulmano bolzanino laico

Abbiamo fatto due chiacchiere con Ab (CHNIOULI ABDALLAH), giovanissimo politico bolzanino, candidato alle scorse elezioni comunali con la Lista Gennaccaro. Con questo ragazzo, ora studente universitario a Padova, abbiamo affrontato tematiche complesse e molto attuali, quali terrorismo, Islam, integrazione. Da parte sua una visione che merita attenzione, cittadini come lui infatti rappresentano il nuovo e sinergico mix culturale venuto a crearsi tramite fenomeni migratori.

Dopo gli attentati dell’ultimo anno, hai la percezione che l’atteggiamento nei confronti dei musulmani sia cambiato? Quest’aspetto, per la responsabilità dell’informazione – oppure le persone hanno capito che i terroristi sono una cosa e i fedeli un’altra, o credi di no?

Il ruolo dei media influenza molto la visione tra percezione e realtà di ogni cittadino in merito a quanto accade sia a livello locale che globale. Secondo me l’opinione pubblica occidentale fatica a distinguere le due cose laddove non via sia una netta presa di posizione da parte delle comunità islamiche occidentali a dire “questo siamo noi e questo non siamo noi”. A mio modo di vedere l’impulso che le comunità islamiche daranno da qui ai prossimi anni dare una piega diversa a quella che è la visione del musulmano medio europeo. Le nette prese di posizione contrarie a quanto inerente al mondo dell’integralismo favoriscono una visone positiva dei musulmani stessi in occidente.

Ti definisci un musulmano moderato? se si, cosa intendi per moderato?

Tutte le religioni si prestano ad essere interpretate ed applicate in chiave moderata od estremista, l’islam non fa eccezione, preferisco definirmi un musulmano laico in quanto nell’applicazione del proprio credo contribuisco al rispetto e alla pacifica convivenza di e con altri.

Per un occidentale, forse, un musulmano che si definisce “laico” è un caso particolare. Credi di poter spiegare quelle che per molti è un ossimoro.

Di ossimoro non si tratta, la dottrina islamica abbraccia una realtà laica, ed a testimoniarlo sono stati gli anni nei quali vigeva un ordine pubblico propiziato da una pacifica convivenza tra musulmani e non. La vera sfida di un musulmano è quella di mantenere la propria integrità volendo professare il proprio credo in simbiosi con quello che è l’ordine giuridico statale vigente.

Pensi che in Italia vi sia un corso una radicalizzazione? cosa ne pensi delle moschee, vanno regolamentate?

Credo che a determinare una fenomeno di radicalizzazione o meno siano l’insieme delle politiche che da qui a 20 anni saranno varate dai governi che verranno. Questo è importante per creare un contesto di società nel quale gli immigrati di seconda o terza generazione (a mio avviso italianissimi) crescano secondo un modello di inclusione sotto tutti gli aspetti. Insomma, lavorare per non ripetere l’errore commesso da Francia e Belgio. In merito alle moschee il discorso è semplice ma delicato. Laddove la legge non disciplini e garantisca costruzioni di moschee a cielo aperto avremmo moschee sottoterra, nient’altro che terreno fertile per jihadismo ed integralismo.

Il governo propone prediche in italiano ed un registro imam, saresti d’accordo?

Più che d’accordo, questo segna una rivoluzione che altri paesi non hanno fatto per filtrare estremismi e integralismi. Credo, inoltre, che il sermone debba essere fatto in ambe due le lingue, per garantire a tutti la conoscenza di quanto detto e mantenere la sacralità della parola di Dio. Questo, senza ombra di dubbio garantisce trasparenze che a sua volta porta ad uno stato di fiducia e sicurezza della collettività il registro degli imam Ë un primo e grande passo contro il fenomeno della radicalizzazione. Non si può affidare a chiunque il potere di divulgare messaggi religiosi falsi o a fini meramente personali, Un registro degli imam dunque garantisce ai fedeli la possibilità di aver a che fare con esperti di dottrina islamica e non di integralismo. Tra moschee riconosciute e imam iscritti ad un albo ci si gioca il futuro. Qui lo dico e qui lo affermo.

Provocazione. Tra vent’anni come vedi l’Italia? vicina alle visioni della Fallaci?

Credo che dipenda tutto dalle politiche interne adottate in futuro, e quanto detto sopra in merito ad imam e moschee. L’Italia ha sempre avuto un certo credito nei paesi arabi, attualmente ci stiamo muovendo correttamente, secondo lei, nei teatri caldi (Libia in primis)?

L’Italia si muove secondo quelle che sono le condizioni che vengono dettate da coalizioni di cui fa parte, quindi a mio modo di vedere il rapporto tra i paesi arabi e l’Italia in passato ha portato a risultati buoni in merito alle politiche migratorie ed economiche. Dopo la destituzione di Gheddafi la Libia si è trasformata in un teatro nel quale domina l’anarchia, che a sua volta ha portato alla crescita esponenziale del fenomeno migratorio nei nostri paesi. L’Italia anche se in misura minore ha determinato quello che è l’attuale assetto geopolitico nel Meditterraneo, pertanto i paesi come Inghilterra Francia e Usa debbono non solo assumersi le proprie responsabilità ma ricostruire quanto distrutto in passato. Fortunatamente l’Italia non è protagonista di quelle politiche condotte dai paesi anglosassoni e francesi, questo porta ad avere  un ruolo non di prima linea nello scacchiere geopolitico internazionale. Il tutto porta ad essere i meno odiati, almeno quello.

Profughi, molti parlano d’invasione, lei adotterebbe misure differenti?

Un errore che fanno molti è quello di paragonare i vecchi flussi migratori degli anni ’80 e soprattutto ’90 rispetto a quelli i quali siamo ora sottoposti. I fenomeni sono differenti, i primi erano migranti economici e i secondi invece richiedenti asilo politico. Non entrando in merito a profughi o non il discorso va articolato secondo una chiave di lettura oggettiva della realtà. Siamo di fronte ad un fenomeno al quale l’Italia deve fornire una ricetta largamente condivisa per risolvere il problema alla radice. Nei paesi interessati da guerre, dittature e/o privazione di diritti umani è doveroso istituire un programma di crescita economico accompagnato da un programma sociale. Questo, attenzione, non è l'”aiutiamoli a casa loro” di Salvini, ma l’idea è di sviluppare ed aiutare quelli  che sono i paesi martoriati, ritengo dunque sia  doveroso applicare questa strategia a livello internazionale, perché gli investimenti  sono ingenti e l’Italia  fatica a gestir internamente figuriamoci a livello internazionale. Di invasione non si tratta, ora il fenomeno è ancora gestibile ma è necessario un piano interno differente.

Cosa prenderesti dall’Occidente per darlo all’Oriente e viceversa?

Ammetto che questa sia una bella domanda. L’Occidente ha avuto la fortuna di vivere una rivoluzione sotto l’aspetto umanistico, molto importante. Parlo ovviamente d’Illuminismo, che ha portato ad una rivoluzione del pensiero che nei paesi arabi ancora non c’è stata, ma che probabilmente, anche se in maniera differente, prima o poi avverrà. L’ Illuminismo ha dato valore all’individuo, per modo di vedere e vivere la realtà. L’ Illuminismo ha garantito all’uomo l’applicazione della ragione nella vita quotidiana e pertanto ad una tolleranza religiosa nei confronti degli altri. L’Oriente invece non lo vivo, non saprei, rischierei di dire qualcosa di banale. (sorride)

Banale Ab non è…

Giornalista pubblicista, originario di Bolzano si occupa di economia, esteri, politica locale e nazionale