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Bolzano. Risanato il lato ovest del muro dell’ex lager di via Resia.

21 Aprile 2017

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Bolzano. Risanato il lato ovest del muro dell’ex lager di via Resia.

Un’intervento non solo simbolico per testimoniare l’impegno del Comune per la Memoria e i suoi valori.
Nel corso di una conferenza stampa sul posto, stamane gli assessori comunali ai Lavori Pubblici Luis Walcher e alla Cultura Sandro Repetto hanno presentato l’esito dei lavori di manutenzione straordinaria del lato ovest del muro dell’ex lager di via Resia. Nel 2007 il muro, con una manutenzione straordinaria venne interamente risanato tranne che sul lato ovest in quanto allora non vi era la disponibilità dei terreni. Nei mesi scorsi la decisione dell’amministrazione cittadina di intervenire anche su questo lato del manufatto per migliorarne il decoro e soprattutto per mettere in sicurezza l’intera zona ripristinando la parte di mura volta a occidente.La durata dell’intervento è stata di 20 giorni lavorativi, con l’apertura del cantiere lo scorso  20 marzo  e termine lavori il 14 aprile. I costi del restauro sono stati di 35.000 Euro (iva esclusa).

Walcher e Repetto hanno sottolineato l’importanza di un intervento di risanamento in se non particolarmente oneroso in termini economici seppur complesso tecnicamente, ma di grande significato perché dedicato ad uno dei luoghi simbolo della storia del capoluogo “Si tratta di un segnale forte nei confronti della Città che testimonia l’impegno rispetto alla Memoria ed ai suoi valori da trasmettere alle future generazioni. Era importante fare questo intervento stimolati positivamente anche dalla Circoscrizione e da tanti comuni cittadini a cui sta a cuore questo luogo”.

Orfeo Donatini presidente dell’ANPI provinciale ha ringraziato il Sindaco Caramaschi e la Giunta comunale per un ‘intervento ben fatto e in tempi rapidissimi. “Hanno dimostrato -ha detto-una grande sensibilità culturale nei confronti di questo sito e una velocità d’intervento rara. Da parte di ANPI grazie per questo lavoro che consente di preservare uno dei siti più tragici della città. Quasi 10.000 persone sono passate all’interno di queste mura in condizioni di prigionia inenarrabili. Decine le persone morte dopo tortura all’interno del lager che era “soltanto” di transito. Tredici i treni che sono partiti dal tristemente famoso binario della zona industriale con destinazione i campi di sterminio del nord ed est Europa. Più di 3.500 persone sono partite con quei treni, più della metà non ha mai fatto ritorno a casa. Questo per dire che conservare la memoria è un impegno quotidiano che non deve e non può essere solo di ANPI che lo fa per vocazione se non per statuto proprio, ma deve essere anche e soprattutto delle istituzioni. Oggi – ha concluso Donatini- abbiamo la dimostrazione che il Comune di Bolzano è sulla lunghezza d’onda di questo messaggio culturale che deve essere rivolto soprattutto alle giovani generazioni, perché quanto accaduto dentro queste mura, non abbia mai più a ripetersi”.

Come ha spiegato il direttore dell’Ufficio Opere Pubbliche del Comune Rosario Celi, il muro si trovava in un elevato stato di degrado che poteva comprometterne la stabilità. La struttura infatti era costituita con materiale eterogeneo, frutto di interventi di sistemazione diversi perché effettuati in periodi diversi.  “Il muro è realizzato in tavelle, forati, mattoni pieni e ciottoli legati tra loro con legante di scarsa qualità. L’intonacatura si presentava friabile e in più punti erano evidenti distacchi, la copertina del muro era rovinata da muffe e spezzata in diversi punti. Anche i pilastri sono realizzati con materiale di caratteristiche fisiche diverse (tavelle, forati, ciottoli, mattoni pieni) richiedevano anch’essi un consolidamento, alcuni cappelli dei pilastri erano scollati. Detto che, il muro è sotto tutela, l’Ufficio dei Beni architettonici ed artistici della Provincia di Bolzano ha espresso autorizzazione condizionata alla realizzazione delle opere in oggetto, in particolar modo si dovevano seguire le seguenti prescrizioni: l’intonaco storico non poteva essere interamente demolito e sostituito, ma solo ritoccato localmente. Le lacune del vecchio intonaco dovevano essere ritoccate con intonaco dello stesso impasto e realizzato con i medesimi inerti, ovvero adeguate all’intonaco originale per granulometria e struttura superficiale, e la stessa lavorazione doveva essere eseguita anche sulla parte basamentale. Dopo aver effettuato alcuni sopralluoghi tra l’Ispettore di zona arch. Luigi Scolari, i tecnici dell’ Ufficio Opere Pubbliche, Edifici ed i rappresentanti dell’Impresa Nerobutto, ditta incaricata ed esperta in restauri, ed aver visionato alcuni campioni, nello specifico le lavorazioni sono state così concordate: rimozione dei tratti irrecuperabili di finitura e intonaco, interventi di cuci-scuci da realizzarsi nei casi di elementi murari smossi o mancanti, applicazione di trattamenti per la rimozione patine biologiche e piante superiori, lavaggio, ripristino di tratti di intonaco mancante o rimosso mediante stesura di intonaci grezzi con caratteristiche granulometriche e cromatiche analoghe ai materiali originari. Per la parte inferiore fino ad un’altezza indicativa di un metro si è provveduto alla realizzazione di specifico ciclo deumidificante. L’intonaco non è stato rifatto su tutta la parete ma è stata mantenuta la parte superiore, mentre è stato restaurato lo zoccolo ed il profilo sopra di esso.