Bolzano. “Ecco perché non può funzionare la riqualificazione dell’area stazione.”
Flavio Schimenti, architetto, ne spiega il perché.
La parola all’architetto bolzanino Flavio Schimenti.
“Ci aveva già provato Armando Ronca fra il 1953 ed il 1957, progettando ed organizzando gli edifici di via Alto Adige, come nuova arteria che doveva collegare la zona ferroviaria con il centro storico in parallelo all’assetto viario progettato da Sebastian Altmann nell’800 con il parco della Stazione.
La riqualificazione dell’area comprendeva il grosso blocco dell’edificio Perathoner realizzato fra il 1953 ed il 1955, la collocazione della nuova stazione delle autocorriere con relativa rimessa per le automobili (piccolo gioiello architettonico), il prestigioso Hotel Alpi realizzato dall’architetto Marchi su impostazione di Ronca e l’edificio ad angolo anch’esso dalle forme roncaniane realizzato dagli ingegneri Sale e Sabbadin. Con tali complessi edilizi contornati da altri edifici del progettista razionalista, si completava lo skiline del nuovo assetto urbano. Bolzano poteva così contare su una architettura moderna e di qualità, presentava ai turisti tutte le credenziali per una città moderna che ben integrava il passato con il futuro. Con i trasporti extraurbani ed il confort di un hotel di prestigio, la città forniva ai suoi ospiti tutte le caratteristiche per un piacevole soggiorno.
La zona era sempre stata sin dai tempi passati, periferia della città e zona da bonificare, ricordiamoci che il Duomo in tempi remoti era chiamato S.Maria alla Palude. Dall’altra parte di ponte Loreto esisteva il lazzaretto cittadino, di lì passava la strada che sotto il Virgolo conduceva a Trento.
Lì venivano accolti i regnanti o gli imperatori che giungevano a Bolzano, come si possono ammirare in alcuni stupendi dipinti presenti nel Museo Civico. Poi, nell’800 la zona dove oggi sorge la Camera di Commercio, era divenuta sede del Gasdotto cittadino, come molti ricordano. L’opera di riqualificazione degli anni ’50 portava a questo luogo, una nuova funzione ed una nuova identità. Così è rimasta per anni, il declino dell’Hotel Alpi ha avuto un ruolo decisivo nel declino complessivo dell’area, molti si ricorderanno la magnifica hall dell’albergo (progetto di Ronca), era un luogo di ritrovo non solo per i turisti, ma anche per i bolzanini: molti pranzi di nozze sono stati realizzati nel prestigio di quella struttura.
Perché non può funzionare una riqualificazione di quell’area così come è stata prospettata ?
In primo luogo, forse anche per ragioni storiche :l’ area è da sempre marginale. In secondo luogo: lo si è sperimentato in altri luoghi ed in altre occasioni, non basta una buona architettura per riqualificare un’area, in questo senso sono lampanti gli esempi di Le Corbusier, Aymonino, Rossi od altri architetti. Le loro pur belle architetture, non sono servite a ridare vivibilità ad un” modus vivendi” che era comunque degradato, anzi in molti casi hanno peggiorato le situazioni esistenti, vedasi periferie milanesi. In terzo luogo infarcire il luogo di destinazioni d’uso forzate, quali Centri Commerciali od altro, non giova, è uno specchietto per le allodole. Come si già visto, finita la novità, la gente cerca altro, altrove con nuove emozioni.
Bolzano ha bisogno di altro, non di un gioco che sta funzionando attualmente come un grosso Monopoli.”