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Bologna. Rifiuta il velo, i genitori la rasano a zero. Ricoverata in struttura protetta.

1 Aprile 2017

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Bologna. Rifiuta il velo, i genitori la rasano a zero. Ricoverata in struttura protetta.

Denunciati i genitori, un caso grave di autoritarismo familiare.

Prima le hanno tagliato una ciocca, per avvertirla. Non è bastato e l’hanno rasata a zero, per punizione, per umiliarla. La colpa della quattordicenne originaria del Bangladesh, che frequenta una scuola media in periferia di Bologna, era il rifiuto di portare il velo davanti a compagni e professori. La mattina, quando usciva per andare a scuola, lo teneva sul capo. Poi, una volta fuori dalle mura domestiche, se lo toglieva. Ma l’inganno e la ribellione sono stati scoperti dalla madre ed è scattata la ritorsione con la rasatura. Ma un’insegnante, vedendo la testa rasata dell’adolescente, le ha chiesto cosa le fosse successo, ne ha raccolto lo sfogo, lo ha riferito alla preside e ieri sono stati avvertiti i Carabinieri. I servizi sociali, d’intesa con la Procura per i minorenni guidata da Silvia Marzocchi, sono subito intervenuti con la messa in protezione della ragazzina e delle sorelle più grandi: le minori, cioè, sono state collocate al di fuori della famiglia, in una struttura protetta. Entrambi i genitori sono stati denunciati per maltrattamenti. Nei prossimi giorni proseguiranno gli accertamenti da parte dei servizi, per ricostruire il contesto familiare e sociale, e da parte degli investigatori che lavorano sotto il coordinamento della Procura minorile e della Procura ordinaria.

Tiene a precisare Yassine Lafram, coordinatore della comunità islamica bolognese, che non si tratta di un gesto a sfondo religioso.”Per la nostra tradizione qualsiasi forma di imposizione – spiegarende l’atto stesso invalido». Tutte le prescrizioni dell’Islam «rientrano in una libera scelta della persona: nessuno può imporle, religiosamente parlando. Qui siamo al di fuori del religioso: è un fatto che va inquadrato in un codice culturale particolare ed errato».

«Prima di tutto dobbiamo impegnarci a proteggere la minore», avverte Giuseppe Spadaro, presidente del tribunale per i Minorenni di Bologna, che si occuperà del caso della ragazzina. “Stiamo attenti – aggiunge, però, Spadaro – ad evitare qualsiasi strumentalizzazione. Anche tra i genitori italiani c’è chi maltratta i figli. Questo caso mi sembra piuttosto un tipo di autoritarismo che noi negli anni ’70 chiamavamo “autoritarismo familiare“.