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Bolzano.Toponimi, Flick, già presidente della Consulta, non condivide l’accordo Svp-Pd.

6 Marzo 2017

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Bolzano.Toponimi, Flick, già presidente della Consulta, non condivide l’accordo Svp-Pd.

Basta, dal 1918, dalla nascita dell’Alto Adige ad oggi, una continua prevaricazione.

Ancora una importante presa di posizione contro l’intesa Svp-Pd sulla norma di attuazione sulla toponomastica giunta, così sembra, alle ultime battute. L’ex ministro della Giustizia Giovanni Maria Flik nel primo governo Prodi, e già presidente della Corte costituzionale, è intervenuto ieri a Tainews24 affermando che se la norma in discussione nella Commissione dei Sei “dovesse passare potrà eventualmente essere oggetto di verifica da parte della Corte Costituzionale se il governo deciderà di impugnarla”. E ha tracciato la lunga storia, che dura ormai da un secolo, di questa interminabile vertenza nella quale si sono susseguiti atti di prevaricazione da ambo le parti, sia da parte italiana, sia da parte dei sudtirolesi. Ricorda come dopo il trattato di pace tra Italia e Austria (che aveva perso la guerra) di Saint Germain quando nacque l’Alto Adige (1919), l’italianizzazione obbligata soppresse molti nomi tedeschi ed inoltre che i sudtirolesi di lingua tedesca furono posti nella “drammatica situazione di andare in Germania” per essere cittadini tedeschi, oppure restare in Italia con la cittadinanza italiana. Con l’esito infausto della seconda guerra mondiale poi, chi volle poté sì tornare in Alto Adige, ma contemporaneamente decollò ”una nuova fase di oltranzismo – ricorda il giurista Flick – “questa volta da parte dei tedeschi i quali ritenevano di dover pretendere l’autonomia se non addirittura il collegamento diretto con l’Austria”. E poi bombe ai tralicci, morti e odio per lunghissimi anni.

Fa presente i due “ombrelli”che dovrebbero garantire dal punto di vista giuridico l’accettazione della reciprocità culturale, la reciproca identità all’interno della quale si colloca “l’utilizzo delle due lingue nella toponomastica e nell’insegnamento” sono lo Statuto di Autonomia, che è esplicito per quanto riguarda l’uso delle due lingue e l’accordo Degasperi-Gruber del 1946 che fornisce un ombrello internazionale alla protezione di tale reciprocità.

L’esortazione di Flick è quella di smetterla con questa continua intransigenza, e quest’ultima battuta si riferisce alla norma di cui si discute in questi giorni, osservando che la soluzione della toponomastica dal punto di vista tecnico non è un problema, mentre ciò che non gli piace ”è l’esasperazione di un atteggiamento nel qiale l’attaccamento alla terra finisce per essere non tanto e non solo ripetto della mia identità culturale, della mia provenienza, del mio paese, ma finisce per essere soprattutto una forma di esclusione degli altri.”