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Bolzano. Clochard, basta bivacchi notturni al Pronto soccorso.

11 Marzo 2017

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Bolzano. Clochard, basta bivacchi notturni al Pronto soccorso.

Senza motivi di ordine pubblico la Polizia non è competente, è l’autorità dell’ospedale che deve intervenire.

L’emergenza freddo è finita, l’ospedale ha fatto la sua parte offrendo ai clochard ospitalità durante la notte. Ma adesso basta. Chi bivacca al Pronto soccorso, nei corridoi e nelle sale d’aspetto adesso viene svegliato ed invitato ad allontanarsi”. Queste le parole del direttore del Comprensorio di Bolzano di Umberto Tait, dopo mesi che clochard e senzatetto cercano rifugio durante la notte sulle sedie del Pronto soccorso del nosocomio bolzanino.

Lo scorso febbraio Tait aveva incontrato il questore Giuseppe Racca per cercare una soluzione condivisa. La risposta della Questura era stata di «massima collaborazione 24 ore su 24» con la precisazione che l’ intervento della Polizia può riferirsi solo a episodi di ordine pubblico, qualora si verifichino episodi di violenza, come casi che coinvolgano  tossicodipendenti, persone in preda all’alcol, o chi arriva per vari motivi alterato al Pronto soccorso e disturba i pazienti in attesa di essere visitati. Invece, aveva spiegato il Questore, non è compito delle forze di Polizia allontanare  i clochard inoffensivi. In questo caso deve decidere il Comprensorio come muoversi. In estrema sintesi per la Questura è l’ospedale che deve decidere cosa fare e come agire entro le mura di casa sua.

Anche l’assessora Martha Stocker in febbraio aveva chiesto soluzione a questo problema ormai cronico, proponendo una maggior presenza degli agenti di Polizia. “La pietà umana – aveva detto – non deve mai venire a mancare ma questa è anche e soprattutto una questione di ordine pubblico. Non è possibile che l’ospedale versi in queste condizioni. Sono certa che a breve si troverà una soluzione e mi auguro anche che la Polizia sia più presente come succede del resto negli altri quartieri della città». Un appello di intervento più che chiaro alle forze dell’ordine, considerata la costante presenza notturna nelle sale d’aspetto del Pronto Soccorso – e in quelle nelle immediate vicinanze – dalle dieci alle venti persone per notte.