Roma. Pd, al Lingotto dalla sinistra di Maurizio Martina alla frenata di Dario Franceschini.

 

Gli scenari in vista delle primarie del 30 aprile.

La sfida si vince a sinistra, è il segnale forte che emerge nella seconda giornata del Lingotto lanciato da Maurizio Martina che con Matteo Orfini e Dario Franceschini disegnano lo scenario sullo sfondo delle primarie del Partito Democratico. “Il cuore della nostra sfida è il lavoro, c’è bisogno di una nuova stagione di diritti del lavoro e destra e sinistra sono ancora diverse per le risposte che danno a queste sfide “ dice Martina. “Noi siamo il Pd, e non torniamo indietro, sento una responsabilità in più per la nostra generazione, quella di non percorrere più le strade della divisione a sinistra che apre praterie alla destra”, alludendo nemmeno tanto velatamente a D’Alema e Bersani.

Il convitato di pietra sono gli scissionisti e quel vario mondo di sinistra allargata che Giuliano Pisapia ha riunito in contemporanea a Roma. E la questione di fondo è quella della alleanze. Ecco dunque la domanda retorica dell’ex sindaco di Milano. “Come si fa a governare insieme ad un partito che si chiama Nuovo centrodestra e a Verdini?” Avverte il presidente dem Matteo Orfini. “Con Alfano siamo al governo perché nel 2013 non abbiamo vinto le elezioni e per andare avanti ci siamo alleati con forze a noi alternative, ma è evidente che un partito che si chiama Nuovo centrodestra difficilmente si può alleare con un partito di sinistra.” Parole piuttosto sgradite a Dario Franceschini. “Il dialogo con un’area moderata di centrodestra non solo è auspicabile, ma sono i numeri a imporcelo”, spiega il ministro dei beni culturali.