Commemorato Andreas Hofer, l’eroe nazionale del Tirolo.
I Bavaresi alleati con Napoleone avevano invaso il Tirolo nella guerra contro l’Austria.
Gli Schützen hanno commemorato con la loro tradizionale sfilata a Merano la morte di Andreas Hofer, il capopopolo tirolese fucilato dai francesi a Mantova il 20 febbraio 1810. Alla manifestazione hanno preso parte centinaia di ‘tiratori scelti’ sudtirolesi, tirolesi, bavaresi e trentini.
In tutto l’Alto Adige sono stati esposti i labari bianco-rossi del Tirolo. Ospite d’onore è stato l’ex deputato socialdemocratico austriaco Erwin Niederwieser. Domani è invece in programma una commemorazione a Mantova.
Una gran barba che incorona una faccia tonda con due occhi chiari, cappello piumato, brache di cuoio con larghe bretelle, l’archibugio in mano, alle sue spalle giovani, vecchi e donne dall’aria decisa: questa è l’iconografia ufficiale di Andreas Hofer. Era nato a San Leonardo in Passiria nel 1767 ed è l’eroe nazionale tirolese che si trova in mille e mille quadri e affreschi quasi in ogni casa del Tirolo. A lui, in Alto Adige, nel Tirolo austriaco e in tutta l’Austria sono dedicate strade, piazze, alberghi, cartoline, compagnie di Schützen.
Hofer è l’oste della Val Passiria, da dove, capitano degli Schützen, guidò all’inizio dell’Ottocento la rivolta dei Tirolesi contro le truppe di Napoleone che, alleato con il re di Baviera, avevano invaso il Tirolo nella guerra contro l’Austria.
Quella di Andreas Hofer fu una difesa della Patria, ma anche della religione e dei suoi valori contro le idee illuministe affermate dai Francesi con la loro rivoluzione.
Dapprima vincitore, fu poi sconfitto in memorabili battaglie, come quella sul monte Isel – nei pressi di Innsbruck – montagna ancora “sacra” nella tradizione tirolese. La sua fu una guerra condotta con armi spesso rudimentali, ma con una tattica da guerriglia che si avvaleva della perfetta conoscenza dell’aspro territorio montano.
Conquistò Innsbruck e fu a capo del governo che gli insorti vi insediarono. Ebbe breve durata.
Dopo l’ultima sconfitta fu costretto a fuggire e a nascondersi in un maso di montagna. Ma un compaesano, Franz Raffl, lo tradì in cambio della taglia in denaro promessa dai Francesi, denunciandolo. Fu arrestato e condotto nella fortezza di Mantova dove fu giustiziato il 20 febbraio 1810.Particolare interessante. Il documento della condanna a morte fu firmato da Napoleone in persona.
Bild/Franz von Defregger