Bolzano. Andreas Hofer, luci e ombre, osserva Arno Kompatscher.

Il Presidente della Provincia prende le distanze dall’ eroe hoferiano.

La scelta del Presidente della Provincia di Bolzano di non partecipare alla celebrazione di Andreas Hofer che tutti gli anni si tiene a Merano e i suoi distinguo sul personaggio hoferiano segnano una incrinatura nella tradizione culturale hoferiana in Sudtirolo.

Arno Kompatscher tiene un tono basso nel rispondere a Francesca Gonzato del quotidiano Alto Adige e pone l’accento sul fatto che il suo prendere le distanze non vuole essere un disconoscimento della tradizione, che vede in Andrea Hofer il tirolese che ama profondamente la sua terra per la quale rivendica il diritto all’autogoverno, ma sa anche che Andreas Hofer era tenace avversario delle idee illuministe delle quali i Francesi erano portatori. “Non dobbiamo rinchiuderci nella nostra casetta– ha detto Kompatscher – nella chiusura non c’è libertà. Dobbiamo essere radicati nella tradizione e aperti verso il nuovo. Se ci si rifugia nel proprio guscio non c’è spazio per la libertà. Mi piace uno sguardo europeo – chiarisce il Presidente – vogliamo essere consapevolmente aperti e tolleranti, pur restando fedeli alle nostre radici e alle nostre tradizioni.”

Kompatscher ha quindi preferito partecipare ad una piccola celebrazione a Cortaccia con un discorso dai toni dimessi nel tentativo di problematizzare il mito di questo eroe che aveva un atteggiamento di chiusura verso le nuove idee illuministe che dopo la rivoluzione francese andavano facendosi strada in Europa. La ragione per la quale dovrebbe essere ricordato dovrebbe essere il suo bisogno di autogoverno, dice Kompatscher, “perché incarna un atteggiamento tipicamente tirolese di rifiuto delle imposizioni dall’alto, cioè il bisogno di autogoverno, visione questa che è ancora attuale.”

Kompatscher sa bene che il povero Andreas Hofer era stato giudicato il 19 febbraio 1810 da una commissione militare a Mantova e che fu condannato a morte perché “capo di ribellione.” Sa bene che l’Austria non mosse un dito per proteggere il suo suddito e che lo stesso giorno della fucilazione di Hofer fu annunciato il matrimonio di Napoleone con Maria Luisa d’Austria.

Una documentatissima bibliografia storica testimonia tutti i passaggi dell’epopea tirolese all’interno di quella grande guerra scatenata da Napoleone in tutto il continente europeo, Austria compresa e più volte sconfitta. Solo dopo la caduta di Napoleone, nel 1815, l’Austria tornò in possesso degli antichi territori tirolesi che, proprio quando moriva Andrea Hofer, era stati divisi: il Nord, con Bressanone e Merano era andato alla Baviera, e il sud, Trentino e Bolzano, vennero uniti al Regno d’Italia. Purtroppo questa storia è pochissimo conosciuta, mentre invece si è preferito costruire dei miti ad uso strumentale del potere politico di volta in volta dominante.