Bolzano. Toponomastica Una debacle tutta italiana.

Commissione dei Sei, paritetica sulla carta.

In queste ore vari esponenti politici italiani si affannano a dichiarare ai giornali che l’accordo(in realtà un diktat, gli accordi di norma hanno una caratteristica: contraenti sullo stesso livello) sull’elenco dei nomi sia buono, questo sicuro, ma per chi? Sicuramente non per gli italiani e la convivenza. Perfino molte persone di madrelingua tedesca sono perplesse, perché togliere? Perchè eliminare la dizione italiana? Strategicamente la Svp, in caso d’accordo, porterebbe a casa un punto doppio. Terrebbe a bada le destre interne ed esterne e farebbe capire al Pd d’aver il bastone del comando sempre in mano. Già il Pd, un partito lacerato, a più visioni e velocità che su questo tema rischia l’implosione. Perché? Perché la parolina “mediazione”, tanto cara al senatore Francesco Palermo in realtà cela la meno nobile resa. La Svp del resto con gli italiani gioca al “ Promoveatur ut amoveatur”, ovvero ne promuove qualcuno per far star in silenzio tutti gli altri, forse i tedeschi studiano più e meglio la storia romana degli italiani. Funziona cosi, in Südtirol, dal crollo della Dc. Al plurilinguismo e convivenza ci pensino pure gli italiani, la Svp a tutto il resto. Non è mediazione ma resa. Una resa che dura da trent’anni, ma che con i democristiani era invisibile, perchè abilmente millimetrata. Avete presente gli oceani? Si alzano di pochi millimetri l’anno, apparentemente sembrano sempre allo stesso livello, in realtà dopo un secolo ti trovi con l’acqua alla gola. La Dc in Alto Adige approcciò cosi : concessioni a piccoli passi, apparente equilibrio, nella realtà una ritirata al millimetro. Oggi paghiamo quella politica millimetrata a cui s’aggiungono ritirate di metri. Il problema non sono realmente i nomi ma il quadro politico. Dopo la toponomastica la Svp non sarà sazia, forse questo, al Pd altoatesino non lo hanno capito. Forse il partito “di governo” italiano non riesce ad uscire da uno schema molto semplice: la Svp è un partito etnico, che antepone il proprio gruppo linguistico a tutto il resto, lo ha nello statuto ed il sudtirolese medio esige ciò. Il Pd invece viaggia su presupposti nazionali, non è realmente interetnico, si avvita per sua storia su questioni impronunciabili : immigrazione in ambito nazionale, etnicità a livello provinciale. L’obiettivo? A questo punto non è chiaro a livello locale. L’ accordo con la Svp potrebbe far perdere al Pd consensi e voti, a storcere il naso sono in molti e praticamente nessuno crede all’altare della convivenza, altare che per la Svp rimane vuoto. Già perché negli accordi, quelli equilibrati, quelli non al ribasso, entrambi i contraenti portano sul piatto richieste. Quali richieste porta sul piatto il gruppo italiano, in questo caso rappresentato dal Pd? La commissione dei Sei è paritetica sulla carta, nella realtà è una piccola Svp. Che dire della deludente “Convezione Autonomia? Un fiasco clamoroso, organo politicizzato e da parte italiana con rappresentanze al lumicino e assai distanti dalla realtà del quadro. Ciò volutamente, il gruppo italiano è stato tenuto fuori strategicamente, scientificamente. Dopo la toponomastica cosa avverrà? Odonomastica? Basta Via Amba Alagi? Fine di Via Vittorio Veneto? Già il 2018 potrebbe rappresentare una Caporetto tremenda per gli italiani dell’ Alto Adige, rappresentati da tanti Daladier.(il primo ministro francese che negli anni ’30 accontentò tutti gli appetiti di Hitler, sappiamo come è finita) Ci sarà una nuova Vittorio Veneto? Nessuno in realtà da parte italiana vuole vittorie, ma semplice equilibrio. Passi il depotenziamento dei monumenti fascisti (anche se dispendioso che lascia perplessi), passi tutto quello che unisca questa terra, ma nel rispetto reciproco, che ultimamente è assente. I politici italiani sono divisi, errore grave, avrebbero dovuto prendere posizione netta, trasversale su temi cosi delicati. Invece? Invece uno dei sintomi della sconfitta è sentir parlare in italiano utilizzando paroline in tedesco, servilismo linguistico puro, una debacle perfino intellettuale la nostra. In alto Adige serve un partito trasversale che tuteli il gruppo italiano? Che vada oltre? A questo punto molti se lo chiedono da più parti, ma il percorso è tutt’altro che semplice. Nel mezzo, come al solito, gli italiani senza bussola ed un partito “di governo” che è ancora in tempo per tornare sui propri passi. Il Pd sarà folgorato, come San Paolo sulla via di Damasco od i folgorati saranno gli italiani altoatesini?