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Siam pronti alle scuse?

9 Gennaio 2017

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Siam pronti alle scuse?

THAILANDIA. Il fattaccio è avvenuto sabato notte a Krabi, una delle principali località turistiche, dove i due giovani, in evidente stato d’ebrezza hanno strappato una bandiera. Un atto grave, considerato reato di vilipendio alla bandiera, esattamente come in Italia, sia chiaro, nonostante a molti sfugga. Ma se Italia spesso ci si permette il lusso d’offendere gratuitamente Forze dell’Ordine, Stato, Bandiero od Inno all’estero il tutto può costare molto caro. La Thailandia è una monarchia, il Re è molto amato, come l’inno e la bandiera, il tutto vale anche per i turisti. Dopo il fermo, la polizia di Krabi, ha consentito ai due ragazzi di girare un video in cui chiedono scusa e spiegano che nel loro paese (l’Italia, appunto) “la bandiera non è così importante” e aggiungono: “Eravamo molto, molto ubriachi. Amiamo la Thailandia, amiamo i thailandesi, ma non conoscevano la legge. Vogliamo chiedere scusa”. Amare la Thailandia va benissimo, sarebbe anche il caso di andarsi a guardare le leggi locali vigenti. I giovani sono residenti a Naturno, territorio italiano, godono di passaporto italiano e quindi è bene che una volta maggiorenni vadano anche a leggersi che il loro paese natio punisce il reato in egual modo, leggere per credere, codice penale alla mano:

«Chiunque vilipende con espressioni ingiuriose la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato è punito con la multa da euro 1.000 a euro 5.000. La pena è aumentata da euro 5.000 a euro 10.000 nel caso in cui il medesimo fatto sia commesso in occasione di una pubblica ricorrenza o di una cerimonia ufficiale.

Chiunque pubblicamente e intenzionalmente distrugge, disperde, deteriora, rende inservibile o imbratta la bandiera nazionale o un altro emblema dello Stato è punito con la reclusione fino a due anni.

Agli effetti della legge penale per bandiera nazionale si intende la bandiera ufficiale dello Stato e ogni altra bandiera portante i colori nazionali.»

(Articolo 292 c.p., Vilipendio alla bandiera o ad altro emblema dello Stato)

Una ragazzata? Tutto futile? Può essere, ma i thailandesi la pensano diversamente ed infatti il video dei due connazionali ha suscitato non poche polemiche sul web made in Thailandia. In questi paesi non si scherza, senza interventi della Farnesina e mediazioni politiche internazionali è probabile che i 24 mesi di carcere vengano fatti scontare. I carceri thailandesi inoltre non sono famosi per la morbidezza, se sei straniero poi è ancora peggio. La Thailandia inoltre, in questi casi applica severità perché vede in queste scaramucce una rivalsa nei confronti dei paesi occidentali. Insomma, tenere al guinzaglio per qualche tempo, due cittadini della settima economia mondiale è sempre un bel colpo. L’ India (anche se il fatto fu diverso, più grave ed assai controverso) si comportò allo stesso modo nella questione Marò.

Un danno per loro, ma anche per l’Italia, il loro video ha avuto 170 mila visualizzazioni con oltre duemila commenti e tutti molto offensivi, non disponibili al perdono. Abbastanza “nervosi” anche nostri imprenditori impegnati in loco, uno raggiunto spiega “Per i thailandesi due sono i simboli intoccabili: il Re e la bandiera e per lesa maestà si rischia grosso, spesso chi viene qui è convinto di poter fare ciò che vuole, quasi vigesse l’anarchia. In realtà questo paese su certi temi applica leggi severe.” Cosa accadrà? Probabilmente dovrà intercedere il governo italiano, cercare di far tramutare il tutto in multa (od eventualmente far scontare la pena in Italia a livello “sociale”), ritirare il passaporto per 10 anni ai due giovanotti pare il minimo, sarebbe da obbligarli a frequentare qualche corso d’ educazione civica. Comunque probabilmente se la caveranno con un’ammenda di 400. – Euro e l’espulsione dalla Thailandia.

https://youtu.be/3Q3lYeMcelY

Giornalista pubblicista, originario di Bolzano si occupa di economia, esteri, politica locale e nazionale