Cultura & Società Editoriali Politica Ultime Notizie

Disagio degli italiani. A Silandro l’unione ha fatto la forza

11 Gennaio 2017

Disagio degli italiani. A Silandro l’unione ha fatto la forza

 

Da qualche settimana a questa parte si sente parlare molto della questione relativa al “disagio” degli italiani in Alto Adige. Autorevoli interventi sull’Alto Adige sottolineano l’inadeguatezza di partiti ed eletti, come voler calcare la mano ulteriormente sull’evidente momento di difficoltà che sta attraversando la comunità italiana da un punto di vista politico. Essere costruttivi è ormai uscito fuori dai canoni di critici, soprattutto quando la critica è fine a se stessa. Eppure la comunità di lingua italiana in alcune realtà geografiche sembra si stia svegliando, proprio per dire la sua e non vivere passivamente l’egemonia politica della Volkspartei. C’è chi dice che l’unico obiettivo da parte degli italiani sia quello di entrare in giunta, “cappello in mano”, speranzosi di essere scelti dalla Svp. Tuttavia questo discorso si ribalta proprio nelle realtà in cui la Svp è costretta a portarsi in giunta un italiano, soprattutto laddove il possibile partner politico sia rappresentato da un’unica lista “italiana”. Siccome la norme di legge sono chiare, è giusto che si sappia che laddove un gruppo linguistico sia in grado di eleggere almeno due rappresentanti, tale gruppo ha diritto di essere rappresentato in giunta comunale. In tale circostanza tuttavia potrà entrare in giunta solo ed esclusivamente uno dei due consiglieri eletti. Ciò significa che l’opzione “assessore esterno” non è disponibile, quindi il sindaco sarà di fatto costretto ad imbarcare uno dei due consiglieri eletti. Quindi due consiglieri permettono ad una comunità linguistica di entrare di diritto in giunta comunale, nonostante i suoi numeri non siano né determinanti né necessari per un’eventuale maggioranza politica.

Di questi casi se ne trovano parecchi in Alto Adige, ma uno è il più eclatante in assoluto. Si tratta del comune di Silandro dove gli italiani sono il 5,19% della popolazione. Numeri alla mano, il loro potenziale elettorale dovrebbe essere quello di un solo consigliere ( il 5,19% di un consiglio composto da 18 consiglieri è uguale a 0,9, ovvero un solo consigliere).

Ciò nonostante alle ultime elezioni comunali del 2015 sono stati eletti 2 consiglieri di lingua italiana, il che ha fatto scattare il diritto all’assessorato. La comunità di lingua italiana veniva da una legislatura (2010-2015) senza neppure un rappresentante in consiglio comunale. Infatti alle elezioni del 2010 si presentavano 2 liste “italiane”, che tuttavia non riuscivano a far scattare neppure un seggio. Errore all’epoca fu quello di non fare il collegamento di lista, che avrebbe permesso l’elezione di un consigliere. Forse non c’erano le condizioni politiche, mancando di fatto una coesione all’interno del gruppo stesso. Tuttavia 5 anni di assenza dal “palcoscenico della politica” hanno comunque fatto maturare la piccola comunità italiana di Silandro (circa 280 persone, per la maggior parte pensionati o nel pubblico impiego) che, presentandosi con una sola lista ed intercettando parte dell’elettorato interetnico, è riuscita nella storica impresa di tornare in giunta comunale, dove mancava da 10 anni. L’ultima legislatura in cui un italiano era riuscito a ricoprire l’incarico di assessore era quella 2000-2005. In quel occasione si erano presentate due liste: “La Margherita” con capolista Dunja Tassiello e “Uniti nell’Ulivo” con capolista Paolo Azzarone, che poteva contare anche sul sostegno dei socialisti. I capilista venivano eletti, facendo così scattare il diritto all’assessorato.

La debacle interna alla comunità italiana avveniva nel 2005 quando, nonostante i numeri parlassero chiaro, si presentavano ben 4 liste. Se il modello delle 2 liste aveva funzionato bene, presentarsi con ben 4 liste significava semplicemente escludersi dal ritorno in giunta. Erano gli anni in cui Alleanza Nazionale subiva una forte concorrenza da parte di Forza Italia. Ovunque venisse presentata una lista di AN, le veniva immediatamente contrapposta una lista di FI. Capitava così non solo a Silandro, ma anche a Vipiteno, a Lana, a Marlengo e a Lagundo. Tuttavia l’unica, tuttavia abissale differenza, stava nel fatto che mentre a Silandro Forza Italia ed Alleanza Nazionale non si collegavano fra di loro e neppure con la lista civica di Paolo Azzarone, in tutte le altre realtà si collegavano fra di loro e con le altre liste civiche “italiane”, proprio per evitare la dispersione di voti. Quindi oltre che presentarsi le 2 liste civiche storiche, ovvero quella di Dunja Tassiello e Paolo Azzarone, si accodavano ad esse anche Forza Italia ed Alleanza nazionale, tutti scollegati ovviamente. Risultato di questa folle strategia è stata l’elezione di un solo consigliere comunale, ovvero Dunja Tassiello, e la scomparsa degli italiani dalla giunta comunale.

Da lì è quindi partito un trend negativo che ha portato la comunità italiana a scomparire dal consiglio comunale silandrino per poi, incredibilmente, rialzarsi e fare il miracolo. Infatti alle elezioni del 2015 si presentava con un’unica lista, peraltro con un simbolo di partito nazionale (PD), e riusciva nell’impresa di mettere d’accordo tutti all’interno della comunità di lingua italiana. Venivano infatti eletti Cosimo Serafino Bonino e Dunja Tassiello, che ritornava in giunta dopo 12 anni e mezzo.

Il caso silandrino, come quello di tante altre liste civiche per il territorio capaci di farsi interlocutrici dell’esigenza di rappresentanza del gruppo linguistico italiano, dovrebbe far riflettere e sperare. Il fatto stesso che sia stato un partito nazionale ad aiutare la comunità italiana di Silandro nel raggiungere l’obiettivo di tornare ad essere adeguatamente rappresentata, potrebbe essere un segnale che anche al loro interno ci sia del buono, su cui far leva senza necessariamente volersi focalizzare su ciò che non va.

E’ giunta l’ora di pensare al futuro della gruppo linguistico italiano in Alto Adige, sul suo ruolo in questa terra.