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Bolzano. Profughi, accoglienza sì, ma anche severità per chi non ne ha diritto.

26 Gennaio 2017

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Bolzano. Profughi, accoglienza sì, ma anche severità per chi non ne ha diritto.

Kompatscher incontra il ministro degli interni Marco Minniti nell’ambito della Conferenza Stato Regioni.

Un Cie, centro di identificazione ed espulsione in Regione, oppure uno per ciascuna Provincia autonoma? Nuovi criteri per accoglienza e distribuzione di migranti? Nessuna decisione è stata assunta, e in ogni caso gli accordi saranno presi con le realtà locali.

Il presidente della Provincia, Arno Kompatscher, ha partecipato ieri pomeriggio a Roma alla Conferenza Stato-Regioni. Al centro dell’incontro, la relazione del Ministro degli interni Marco Minniti sulle strategie governative in materia di gestione dei richiedenti asilo. In merito alla distribuzione dei richiedenti asilo sul territorio nazionale e sulla apertura dei Cie, il ministro degli Interni ha spiegato che al momento nessuna decisione è stata presa, ma sono stata avanzate solo proposte che dovranno essere discusse assieme a Regioni e Province autonome, con le quali verrà avviato un confronto costante già a partire dalle prossime settimane. Il ministro Minniti ha inoltre annunciato che il governo Gentiloni adotterà misure per ridurre i tempi delle procedure di asilo, anche intervenendo sulla possibilità di ricorso, e ha sottolineato che un sistema di asilo credibile richiede anche misure per rendere effettive le espulsioni, compresa l’attivazione di cosiddetti “centri per il rimpatrio”. Il principio, ha chiarito oltre l’esponente del governo, deve essere quello della severità con chi non ha diritto, e della migliore integrazione possibile per chi ha diritto.

“Ho apprezzato il fatto che il governo abbia esposto una strategia complessiva e anche la volontà di dialogare anziché imporre – ha spiegato al termine dell’incontro il presidente altoatesino Arno Kompatscher – e condivido la linea annunciata dal ministro degli Interni Minniti che punta su una migliore integrazione di coloro che hanno diritto allo status di rifugiato, ma anche su una maggiore severità nei confronti di chi non ha queste credenziali”.