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Contratti, il nuovo modello CNA fa breccia in Trentino Alto Adige

28 Novembre 2016

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Contratti, il nuovo modello CNA fa breccia in Trentino Alto Adige

L’accordo nazionale illustrato al sottosegretario Nannicini. Corrarati: rafforziamo le PMI.

Il nuovo modello contrattuale dell’Artigianato e delle Piccole Imprese, frutto dell’accordo siglato il 23 novembre in CNA nazionale, è stato tra i temi oggetto del dibattito promosso dall’Associazione OpenDemocrat a Bolzano. Tra i relatori c’era il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, docente dell’Università Bocconi e coordinatore del Team economico di Palazzo Chigi.

A confrontarsi con Nannicini c’erano Claudio Corrarati, presidente della CNA del Trentino Alto Adige, Michele Morrocchi, responsabili relazioni industriali di CFT (gruppo toscano affiliato a Legacoop, Juri Andriollo, presidente di Federlavoro di Confcooperative Bolzano, Toni Serafini, segretario provinciale della Uil e vicepresidente dell’Istituto promozione lavoratori. Il dibattito, incentrato sul tema “Lavoro. Relazioni industriali per la ripresa”, è stato introdotto da Ilaria Piccinotti, coordinatrice di Open Democrat, che ha parlato dell’urgenza di definire un nuovo sistema di relazioni industriali in tempi di crisi economica, superando ideologie e contrapposizioni per mettere insieme aziende, cooperative, sindacati e istituzioni e favorire la ripresa economica.

“È proprio quel che ha fatto CNA nazionale, siglando con Cgil, Cisl e Uil il 23 novembre – ha rimarcato Claudio Corrarati, presidente della CNA del Trentino Alto Adige – una serie di testi finalizzati a definire nuove regole per i rapporti di lavoro all’interno delle imprese; a contrastare il fenomeno del dumping contrattuale, che penalizza le imprese rispettose dei diritti dei lavoratori e lede la libera concorrenza; a riconoscere politicamente la rappresentanza, oltre che dell’artigianato, delle piccole imprese fino a 49 dipendenti,  qualcosa come 2,9 milioni di imprese con oltre quattro milioni di dipendenti. Questo nuovo modello contrattuale, frutto di un lavoro intenso durato oltre nove mesi, consentirà di rappresentare al meglio gli artigiani e le piccole imprese. La riduzione del numero dei contratti è un passo decisivo verso la modernizzazione del sistema produttivo.

Nucleo delle linee guida è la convinzione che la ripresa del sistema produttivo italiano, e quindi anche altoatesino, debba passare per il rilancio della competitività. Per raggiungere l’obiettivo l’intesa attribuisce alle parti sociali un ruolo centrale, garantendo alle relazioni sindacali maggiore snellezza. I contratti collettivi nazionali di lavoro passano da nove a quattro: si riferiscono alle macro aree manifatturiero, servizi, edilizia e autotrasporto. I livelli di contrattazione rimangono due, inscindibili tra di loro: il nazionale, che garantisce trattamenti economici e normativi comuni; il territoriale/aziendale, che può modificare parzialmente anche quanto previsto a livello nazionale, per rispondere in maniera più efficace alle esigenze di imprese e lavoratori.  L’accordo rafforza il sistema della bilateralità su materie quali ammortizzatori sociali, formazione continua, welfare e sanità integrativa, salute e sicurezza. Per quanto riguarda la rappresentanza, per la prima volta nel comparto, sarà sottoscritta un’intesa per misurare la rappresentatività dei sindacati di settore. I firmatari si riconoscono reciprocamente, nell’ambito delle imprese del comparto e dei loro lavoratori, quali soggetti maggiormente rappresentativi.

L’accordo sulla detassazione, infine, è finalizzato a potenziare gli elementi utili a incrementare la produttività, riconoscendo una minore incidenza della tassazione a carico dei lavoratori sulle somme percepite a titolo di premio.

In foto: da sinistra Juri Andriollo (Confcooperative), Claudio Corrarati (CNA), il sottosegretario Nannicini, Toni Serafini (Uil)