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Bolzano. Dall’Avvocato Gambara a Lucio Lucchin al vertice dell’Upad

25 Novembre 2016

Bolzano. Dall’Avvocato Gambara a Lucio Lucchin al vertice dell’Upad

Favorire azioni di stimolo per intensificare lo scambio culturale e la circolazione delle idee.

Nel febbraio scorso ci lasciava Gaetano Gambara – l’Avvocato come tutti lo chiamavano – lo storico ideatore e fondatore dell’UPAD nel lontano 1966, la più importante realtà culturale e di educazione permanente in lingua italiana dell’Alto Adige. Dodici mila gli iscritti, 23 le sedi periferiche in provincia, ombrello di numerose articolazioni associative e di volontariato. Per cinquanta anni consecutivi è stato l’animatore di centinaia di percorsi formativi, di ricerche ed interventi sociali a favore della crescita e della riqualificazione dei lavoratori, dell’impegno attivo degli anziani, della valorizzazione delle fasce a rischio di emarginazione, dell’empowerment della popolazione attiva, dello sviluppo armonico delle famiglie e dei giovani. Gli è succeduto alla guida dell’Upad il dott. Lucio Lucchin, primario di dietetica e nutrizione clinica all’Ospedale di Bolzano. Abbiamo voluto chiedere al professor Lucchin con quale spirito intraprende questo impegno prestigioso ma anche piuttosto gravoso.

Domanda – Quali interessi profondi lo legavano allo scomparso Gaetano Gambara, interessi che certamente rappresentano il motivo di fondo della massima carica che oggi Lei ricopre all’Upad?

“Nessun interesse profondo ma solo condivisione di valori e ideali in un’ottica sostanzialmente volontaristica. La nostra conoscenza è iniziata 30 anni fa quando l’UPAD operava in un piccolo locale ed il sottoscritto era laureato da poco e teneva delle conferenze nelle comunità/associazioni di anziani della provincia. L’interesse di alcuni programmi televisivi nazionali per le mie attività ha destato anche la curiosità di Gambara che mi ha contattato. È nata una collaborazione che con il tempo si è tramutata in vera amicizia e condivisione progettuale. Nell’arco degli anni è aumentata l’ammirazione, non esente da una seria dialettica critica costruttiva, nei confronti un uomo che continuava a creare attività collettive, anche a suo rischio economico, non desiderando né tantomeno ottenendo incarichi di potere o prestigio o vantaggi economici. E per questo ho continuato ad aiutarlo, nei limiti del possibile, dato i numerosi impegni anche a livello nazionale che nel frattempo mi coinvolgevano. Con la profonda crisi di valori che sta investendo l’attuale società Gambara è diventato più insicuro nei riguardi delle persone in cui riporre fiducia e gli inevitabili acciacchi dell’età necessitavano di un referente medico. In questa veste le occasioni d’incontro e di rafforzamento del legame sono aumentate. La preoccupazione per la sua UPAD, che ha caratterizzato la fase del declino, era divenuta quasi insopportabile ed il desiderio che la sua opera potesse continuare con lo stesso spirito non ha potuto non coinvolgermi in prima persona”.

Domanda – Parliamo dell’Upad. L’Upad ha sedi da Bolzano a Merano, da Brunico a Salorno, da Vipiteno a Lagundo, da Appiano a Gargazzone, quindi dispone di una serie di terminali culturali che raggiungono tutto l’Alto Adige. Da questo osservatorio privilegiato, quali considerazioni trae riguardo alla crisi economica, culturale e di valori che stiamo attraversando? Valori culturali fondanti… morali, rapporti interpersonali e sociali… forchetta che allontana le generazioni, le tradizionali categorie di giudizio sembra non siano più valide? Le sembra che ci sia consapevolezza della profondità di tale crisi?

“Stento a capacitarmi su quanta disattenzione, superficialità, autoreferenzialità e ipocrisia si ripone nei riguardi dei segnali socio-culturali, di allarme che caratterizzano l’attuale contesto storico. Il tempo è diventato sempre più un bene anelato di cui lamentarsi per la mancanza senza averne chiaro i vantaggi del suo sfruttamento esasperato. La globalizzazione oramai inarrestabile necessita di modalità di convivenza diverse dalle attuali, il preoccupante assottigliamento del ceto medio con l’aumento della povertà rischiano conflitti civili, l’emarginazione di molti favorisce posizioni estremistiche e terroristiche, le ultime generazioni allargano la forchetta d’incomunicabilità con quelle più anziane, l’eccessiva frammentazione, specie partitica, non porta ad equilibrati confronti in termini di convivenza. E si potrebbe andare avanti a lungo. Non vedere che ci stiamo avvicinando ad una tempesta perfetta è molto pericoloso. L’unico strumento veramente necessario per ritornare sulla giusta rotta è la cultura, cioè lo scambio e il confronto d’idee tra persone – tutte le persone – che finalmente smettono di delegare aspetti fondamentali della propria vita, come la politica, l’educazione dei figli, ecc. Tornare ad una sana polis è l’obiettivo del nuovo corso Upad”.

Domanda – Che fare per dare il nostro sia pur piccolo contributo alla ripresa? Ruolo della comunicazione, dell’informazione, della stampa.

“Una comunità i cui componenti si occupano poco di bene pubblico è e rimarrà debole. Se vogliamo vivere in una comunità non possiamo isolarci e pensare solo a noi stessi. Piccoli contributi, anche i più umili, purché diffusi tra molti possono creare importanti cambiamenti. I media giocherebbero un ruolo fondamentale, ma interessi facilmente intuibili impongono l’uso del condizionale. È la finanza il nuovo idolo a cui rivolgersi?”

Domanda – Parliamo di rappresentatività politica. Cosa ci insegnano le elezioni americane?

“Tanta autoreferenzialità circa chi sa come vanno le cose e poco tempo per studiare, ricercare e monitorare non sono più in grado di fotografare fenomeni complessi e multifattoriali come quelli delle attuali società”.

Domanda – A casa nostra, nella comunità di lingua italiana si avverte un generale senso di smarrimento, che fare? Che ruolo può giocare l’UPAD per la nostra comunità?

“Purtroppo l’abitudine alle “parrocchiette”, agli interessi personali, lo scarso senso di appartenenza, l’invidia atavica dell’italiano hanno fortemente indebolito la rappresentatività della comunità di madrelingua italiana. La prima conseguenza è una scarsa considerazione da parte delle altre comunità di questa terra. L’Upad rappresenta la più grande realtà culturale in lingua italiana e, considerando la debolezza della politica, ha il dovere morale, suo malgrado, di pianificare azioni di stimolo per favorire il più possibile lo scambio e la circolazione d’idee in qualsiasi ambito e di qualsiasi espressione”.

Giornalista, scrittrice, editore.