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Bolzano. Continua l’agonia della Solland Silicon di Sinigo

10 Novembre 2016

Bolzano. Continua l’agonia della Solland Silicon di Sinigo

Pugliese chiede altri 60 giorni di proroga, preoccupati sindacati e lavoratori.

Nel corso dell’udienza di ieri presso il Tribunale di Bolzano, Flavio Moccia legale dell’azienda Solland Silicon, ha chiesto altri 60 giorni di proroga dei termini per accedere al concordato preventivo in riferimento alla scadenza dell’istanza fallimentare scaduta il 5 novembre. Entro sabato la giudice Francesca Bortolotti scioglierà la riserva. Due mesi per consentire la prosecuzione delle trattative di vendita con una società asiatica, un colosso di cinese di Taiwan. “Speravamo – dice Stefano Schwarze, segretario di Filctem/Cgil chimici – che con l’udienza di ieri, le trattative fallimentari con la nomina del curatore fallimentare e le altre procedure previste dalla legge si avviassero. Il Sindacato non auspica certo la chiusura di una azienda, ma l’agonia di questo stabilimento e l’assenza di segnali concreti e positivi di vendita o di cessione, il sindacato ritiene che sia giunto il momento di chiudere la vertenza per individuare al contempo nuovi sbocchi che aprano la strada ad una soluzione che salvaguardi almeno parte dei salari che da tempo non vengono percepiti dai dipendenti”.

A preoccupare ulteriormente dipendenti e sindacati si aggiunge il fatto che il 24 novembre scadono i 90 giorni di applicazione del provvedimento urgente firmato dal Presidente Arno Kompatscher. Trattandosi di un’azienda chimica ad alto rischio, Kompatscher aveva firmato il provvedimento che aveva assegnato alla SunEdison di assumere temporaneamente attraverso un’agenzia interinale 45 persone per il controllo degli impianti. Quindi, è necessario capire se ci sarà un ulteriore decreto di Kompatscher – il Presidente della Provincia è anche titolare della Protezione civile – che proroghi il termine del 24 novembre, oppure, se dovrà farsene carico la Solland.

Oltre a ciò, aggiunge Schwarze, “resta da risolvere la situazione di 45 lavoratori in cassa integrazione straordinaria che fino a fine giugno hanno percepito lo stipendio dall’INPS ma che dal 1 luglio non ricevono salario perché l’azienda non ha trasmesso i nominativi dei dipendenti in cassa integrazione. Nel complesso, i dipendenti rimasti sono 90 – ricorda il sindacalista – rispetto ai 157 lavoratori attivi quando Massimo Pugliese rilevò il ramo Memc”.

Giornalista, scrittrice, editore.