Moratoria, ovvero una “sospensione” delle questioni di tipo etnico è la sa proposta.
Dopo le provocatorie dichiarazioni di Andreas Pöder (Bürgerunion) e di Sven Knoll (Südtiroler Freiheit) secondo il quale il saluto riservato dagli Schützen al presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker “è un simbolo dell’identità sudtirolese al pari dei simboli cristiani nelle scuole” Christian Tommasini prende posizione in Facebook con una dichiarazione di intenti. Presenterà in giunta provinciale, scrive, una moratoria sulle questioni etniche. Questo il testo della sua presa di posizione.
“Gli avvenimenti delle ultime settimane dimostrano che abbiamo raggiunto un punto critico nelle provocazioni di tipo etnico. È positivo che, a seguito anche del mio intervento e della discussione in Giunta Provinciale il Presidente Kompatscher e l’Svp abbiano preso le distanze rispetto alle inaccettabili dichiarazioni di Pöder e Knoll. Ora però dobbiamo tenere la barra dritta e non cadere in ulteriori provocazioni. Quello che vogliono le forze estremiste è fomentare le paure e spostare l’attenzione e non far emergere gli importanti risultati che stiamo ottenendo come Giunta Provinciale sia sul fronte della ripresa economica che del rafforzamento dell’autonomia. Personalmente so di avere una grande responsabilità perché, come rappresentante del gruppo linguistico italiano ho, per la prima volta nella storia, l’onore di ricoprire il ruolo di vicepresidente vicario della Provincia con competenze molto forti che vanno dai lavori pubblici al patrimonio. Compito delle forze democratiche che credono nell’autonomia è quello di promuovere e difendere la pacifica convivenza e lo sviluppo civile, sociale ed economico dell’autonomia. Per questo sento la responsabilità di intervenire e avanzare una proposta. Propongo una vera e propria moratoria sulle questioni di tipo etnico. Significa impegnarsi a respingere ogni provocazione e votare unitariamente contro tutte le mozioni e proposte che possono avere un impatto negativo sulla convivenza fra i gruppi linguistici e minarne la reciproca fiducia e rispetto. Non dobbiamo dare peso e spazio ai provocatori di professione della destra sia tedesca che italiana che cercano di farsi pubblicità e che sono due facce della stessa medaglia: il nazionalismo e lo sfruttamento delle paure. Viviamo in una terra bellissima e delicata, dobbiamo impegnarci tutti per renderla sempre più aperta, plurilingue ed europea isolando gli estremisti. Ritengo che in una terra di più culture, più lingue si debba andare nella direzione di aggiungere e non di togliere ben consapevoli che questo, nel rispetto di tutti, è una ricchezza.