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Niccolò Valerio, “è molto importante saper ascoltare e soprattutto ascoltarsi”

5 Settembre 2016

Niccolò Valerio, “è molto importante saper ascoltare e soprattutto ascoltarsi”

Niccolò Valerio nasce nel 1996, intraprende lo studio del flauto a 10 anni con la prof.ssa Stefania Soave.  Si diploma a 18 anni presso il Conservatorio di Padova sotto la guida del M. Claudio Montafia con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore.

Successivamente frequenta il Master presso il CNSMD (Conservatoire National Supérior Musique Danse) di Lione nella classe di Julien Beaudiment.

È stato premiato in numerosi concorsi nazionali ed internazionali, tra cui il Concorso Nazionale di Flauto “Emanuele Krakamp”(Benevento), Concorso Internazionale di Flauto “Premio Kohler” (Firenze), Concorso Internazionale “Luigi Zanuccoli” (Sogliano al Rubicone), Concorso Internazionale “Premio Crescendo” Città di Firenze, Concorso Internazionale ”Giovani Musicisti” Città di Treviso, Concorso di Giussano (Monza), Concorso Internazionale (Povoletto), Concorso Internazionale “Mozart”  (Quinto Vicentino), Concorso Internazionale Salieri di Legnago (Verona), etc.

Attualmente questo grande musicista è primo flauto della Young Musicians European Orchestra diretta dal Maestro Paolo Olmi, con la quale si esibirà a Dicembre 2016 presso la Cappella Sistina, il Palazzo del Quirinale e in Israele.

Abbiamo contattato il giovane artista per conoscere la sua attività e i segreti di uno strumento musicale così affascinante, come il flauto.

Signor Valerio, Lei è flautista. Ci parli della Sua attività. Cosa significa suonare il flauto a traverso a livello professionale?

Suonare il flauto traverso (così come un qualsiasi altro strumento) è essenzialmente una scelta.
Voglio condividere il pensiero del grande pianista italiano Arturo Benedetti Michelangeli, secondo cui essere un musicista è prima di tutto uno stile di vita basato essenzialmente su un enorme senso di sacrificio. Suonare uno strumento cercando di farne una professione stabile, come sto appunto facendo io, necessita di passione infinita e grandissimi sacrifici… per questo motivo credo che sia essenzialmente una scelta suonare uno strumento a livello professionale. Per mantenere un certo standard un giovane musicista come me deve fare tantissime rinunce, sono scelte spinte dalla passione e dall’amore per la musica e per l’arte, se mancano queste due cose ci si ferma davanti le difficoltà.

Ci parLi dei Suoi maestri. Con chi ha studiato?

Ho iniziato i miei studi con la Professoressa Stefania Soave a 10 anni spinto dai miei genitori. Anche loro sono musicisti e, credendo fortemente nel valore educativo della musica, mi hanno fatto entrare in contatto con questo mondo. Ad essere sinceri non è stato amore subito… preferivo giocare a pallone con gli amici più che passare le mie giornate a studiare!
Un paio d’anni dopo la mia insegnante di flauto di allora presso le scuole medie ad indirizzo musicale, la Professoressa Marina Meo, mostrò alla classe un filmato degli anni 80 in cui sir James Galway (uno dei flautisti più importanti di sempre!) suonava il concerto per flauto e arpa di Mozart…e li scoccò la scintilla. A settembre feci l’esame per entrare in conservatorio e venni ammesso nella classe del Maestro Montafia. A lui devo tutto: è stato per me una guida musicale e personale per 7 anni. Mi ha insegnato praticamente tutto e mi ha sempre incentivato a migliorarmi e a confrontarmi con gli altri. A 18 anni, infine, mi sono diplomato con il massimo dei voti, la lode e la menzione d’onore.
La svolta fondamentale nella mia vita in ogni caso è avvenuta nel 2012 quando il Maestro Montafia mi disse di provare ad iscrivermi al Galway Flute Festival (che si tiene tutt’ora in Svizzera durante l’estate) per entrare cosi nella classe del grande sir James Galway! Questo festival è una delle manifestazioni più significative per il mio strumento: è tenuto da sir James Galway in persona e dalla moglie lady Jeanne Galway e per entrare nella sua classe bisogna essere selezionati tramite una videoaudizione. È un’esperienza unica che apre la mente tantissimo dal momento in cui vi partecipano persone di ogni età da ogni angolo del globo! È inoltre un’occasione per conoscere alcuni tra i professionisti più famosi che vengono invitati dai Galway per tenere workshops e  concerti. Io venni selezionato e così da quell’estate inizia a studiare con il mio mito assoluto (oltre che motivo per cui continuo a suonare!!). Quell’estate vinsi pure una testata (parte del flauto dove si soffia) Emanuel d’argento con camino d’oro 14 K oltre che una delle due borse di studio offerte dal marchio di flauti Pearl (jp/usa).  Da quel momento ho avuto modo di continuare a studiare con sir James durante i suoi festival in svizzera e poco fuori Milano. Ho conosciuto tantissimi artisti tra cui Andrea Oliva (primo flauto presso l’orchestra dell’accademia nazionale di Santa Cecilia) da cui ho successivamente preso delle lezioni private. La seconda svolta è stata nel 2015, anno in cui, durante il consueto Galway Flute Festival, oltre ad aver vinto una testata Nagahara d’oro 14 K con camino in platino, ho conosciuto e incontrato Julien Beaudiment (flautista francese, ex primo flauto con i Los Angeles Philarmonic e attualmente primo flauto all’Opera di Lione e docente di flauto al Conservatorio Superiore di Lione). Ho avuto modo di fare il workshop mattutino con lui e di ascoltarlo in concerto la sera: la sua musicalità mi colpì moltissimo, a tal punto che ad aprile 2016 ho tentato l’ammissione presso il Conservatorio Superiore di Lione e sono riuscito a passare su 95 candidati! Adesso comincerò questa nuova avventura il 12 settembre.

 Si tratta di uno strumento musicale formidabile. Quali sono le cose che bisogna conoscere per essere veramente bravi?

Innanzitutto secondo me bisogna essere disposti sempre ad imparare cose nuove, bisogna essere curiosi e autocritici, solo così si può migliorare. È molto importante saper ascoltare e soprattutto ascoltarsi, cosa che al giorno d’oggi risulta sempre più difficile. È fondamentale, inoltre, essere aperti mentalmente al fatto che non c’è una via giusta o sbagliata di interpretare la musica o di porsi allo strumento… ma che ci sono più vie, e cercare cosi la propria.
Una cosa FONDAMENTALE per il mio punto di vista è comunque l’umiltà, sia nel porsi con le altre persone sia nel porsi con la musica. Questa secondo me è la qualità più importante di un musicista.

Cosa consiglierebbe ai giovani che vogliono imparare a suonare Il flauto traverso?

Se si ha la passione per la musica e il flauto bisogna coltivarla nonostante le difficoltà e i problemi che si pongono continuamente. Ascoltare tanta musica e soprattutto studiare molto e applicarsi. Come dice Galway “practicing, practicing and practicing”.

In foto: Niccolò Valerio

         

 

Giornalista pubblicista, scrittore.