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De Benedetti “Siamo alla vigilia di una nuova e grave crisi economica. E’ in gioco la democrazia”

28 Settembre 2016

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De Benedetti “Siamo alla vigilia di una nuova e grave crisi economica. E’ in gioco la democrazia”

In foto: Carlo De Benedetti

Di Dario Tiengo 

“Siamo alla vigilia di una nuova, grave crisi economica. Che aggraverà il pericolo della fine delle democrazie, così come le abbiamo conosciute”. E’ quanto sostiene Carlo De Benedetti, secondo il quale “l’Occidente è a una svolta storica: è in gioco la sopravvivenza della democrazia, anche a causa della situazione economica e finanziaria. La globalizzazione, di cui tutti noi, e mi ci metto anch’io, eravamo acriticamente entusiasti e ci siamo affrettati a raccogliere i frutti, ha creato una deflazione che ha ridotto i salari della media di tutti i lavoratori del mondo, e ha accresciuto le ingiustizie sociali sino a renderle insopportabili. Si sta verificando la previsione di Larry Summers, l’ex segretario al Tesoro di Clinton: una stagnazione secolare”.      

Per l’imprenditore, non sono serviti gli interventi negli anni della Bce e della Fed: “Le banche centrali hanno tentato di cambiare mestiere: dopo cinquant’anni in cui il grande nemico era l’inflazione, hanno combattuto la deflazione secondo le vecchie teorie, creando moneta. Ma così hanno costruito una trappola. Hanno immesso sul mercato trilioni di dollari, una cifra inimmaginabile e incalcolabile. Non ci sono più titoli da comprare. Ma questo – continua De Benedetti  – oltre a mettere in ginocchio il settore bancario, non ci ha fatto uscire dalla stagnazione e dalla deflazione”.

– “Se vincesse il no, Renzi dovrebbe dimettersi il giorno dopo. Anche se non credo che lascerà la politica. E per fortuna, perché ha dimostrato di avere energia e qualità”, afferma  De Benedetti, confermando il suo no al referendum se non ci saranno modifiche all’Italicum.

“Berlusconi -aggiunge- aspetta col cappello in mano. Comunque finisca il referendum, ci guadagna: anche se vince il sì Renzi avrà bisogno di lui. La scelta di Parisi si spiega così. Insieme, Renzi e Parisi si accorderanno, ridimensionando la sinistra e restituendo Salvini alle valli che aveva disceso con orgogliosa sicurezza. Di sicuro per combattere i populismi appare inevitabile che al partito di Renzi si sommino una parte dei voti e dell’apparato del centrodestra”.

Fonte: http://www.tribunapoliticaweb.it/2016/09/28/de-benedetti-alla-vigilia-unanuova-grave-crisi-economica-gioco-la-democrazia/