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Bolzano. Profughi, ultimatum Stocker scaduto

2 Settembre 2016

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Bolzano. Profughi, ultimatum Stocker scaduto

Bressanone accoglierà un centinaio di unità ora in sovraccarico nel capoluogo

Scaduto il 31 agosto l’ultimatum dell’assessora provinciale al welfare Martha Stocker, secondo il quale se i sindaci non si attiveranno a individuare posti per l’accoglienza dei profughi dovrà provvedere la Provincia, si è tenuta ieri a Palazzo Ducale una riunione dove il prefetto Elisabetta Margiacchi ha presieduto il Tavolo di coordinamento sui flussi migratori. Erano presenti il sindaco di Bolzano Renzo Caramaschi, il vicequestore Luigi Aurelio Iacopino, l’assessora Stocker insieme al direttore di Ripartizione Luca Critelli e al segretario generale Eros Magnago in rappresentanza della Provincia. L’incontro è servito a fare chiarezza sulla situazione e la suddivisione dei migranti sul territorio provinciale a livello complessivo. In tutto sono censiti per la provincia di Bolzano 1.358 unità. Di queste 900 sono quelle assegnate dal Ministero degli Interni sulla base del computo delle quote nazionali, 320 sono alloggiate a carico della Provincia, mentre 138 sono residenti fuori dai centri di accoglienza. Bolzano rispetto a tutti gli altri Comuni sta sostenendo un impegno sbilanciato e pertanto è stata riconosciuta l’opportunità di alleggerirne il carico. Dal Tavolo di coordinamento è uscita la proposta di trasferire una parte degli eccedenti nelle strutture che saranno aperte a Bressanone e a San Candido e per altri si sta cercando la soluzione.

Mentre a livello istituzionale “alto”, cioè Provincia, Commissariato del Governo e Capoluogo la collaborazione è concreta – così è stato riconosciuto dai diretti interessati – resistenza invece si riscontra in periferia, cioè a livello comunale, dove finora si sono incontrate resistenze ad individuare strutture di accoglienza. Ora però la Provincia e il Commissariato hanno deciso che la redistribuzione dei richiedenti asilo deve essere attuata. Per Palazzo Widmann prima dell’estate era stato chiesto alle Comunità comprensoriali di mettere a disposizione 700 posti così suddivisi: 102 nel Burgraviato, 139 in Val d’Isarco, 153 in Pusteria, 91 a Salto Sciliar, 161 in Oltradige Bassa Atesina e 54 in Venosta. Solo la metà di questi sono stati resi disponibili. Ora se i sindaci non daranno risposte concrete, la giunta provinciale potrebbe scavalcarli d’autorità.