Bolzano. Durnwalder assolto, nessun peculato, spese sempre dettagliatamente rendicontate

Del tutto inadeguato il confronto con il caso dei due presidenti siciliani.

 Sessanta pagine nelle quali il collegio giudicante, presieduto da Carlo Busato, espone i punti che motivano l’assoluzione piena dell’ex Landeshauptmann di Bolzano Luis Durnwalder. Al centro l’analisi della sentenza della Corte di Cassazione del 2009 che condannava per peculato due ex presidenti della Regione Sicilia i cui principi rappresentavano la motivazione della accusa sostenuta dal pubblico ministero Igor Secco.

L’analitica e quasi maniacale rendicontazione delle singole spese da parte e della sua segretaria nel corso degli anni, nessun prelievo di denaro contante effettuato, una documentazione che consente una completa e corrispondente ricostruzione della contabilità” del fondi riservati: questa in sintesi la motivazione della sentenza della assoluzione dalla accusa di peculato legata all’utilizzo dei fondi riservati dell’ex presidente Durnwalder.

Il collegio ha confrontato i due casi. Mentre nel caso siciliano vi era un’assenza totale di elementi giustificativi delle spese, nel caso di Durnwalder vi è stata una minuziosa, maniacale, ricostruzione tanto delle singole spese sostenute quanto della documentazione di appuntamenti ai quali il presidente presenziava e a cui si riferivano le spese. È stato inoltre messo in evidenza dai giudici che a differenza del caso siciliano, non ci sono mai stati prelievi di denaro contante dal fondo. Inoltre che i versamenti sul conto personale riguardavano la rendicontazione periodica effettuata dalla segretaria. Quindi due situazioni non paragonabili, quella citata dalla accusa per peculato e il caso Durnwalder, nei confronti del quale i giudici hanno riscontrato completa concordanza tra le annotazioni del Presidente e la realtà, nel senso che il denaro fu effettivamente speso come indicato nel dettaglio della lista.