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Bolzano. Se passa la legge elettorale della SVP gli italiani scompariranno

20 Agosto 2016

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Bolzano. Se passa la legge elettorale della SVP gli italiani scompariranno

La presenza italiana in consiglio provinciale si ridurrebbe a rappresentanza inconsistente e ingiusta.

La Svp ci prova sempre. Cerca sempre modi per consolidare la sua pattuglia rappresentativa in consiglio provinciale, anche laddove i numeri tendano a mancare. Lapalissiano il fatto che la Volkspartei stia perdendo consensi in tutta la provincia e ciò è dimostrato dalle ultime elezioni comunali, in cui la Svp ha perso diversi comuni, fra cui San Candido, Prato allo Stelvio, Ortisei, Campo di Trens, Vipiteno, Merano e Selva. Spesso e volentieri si è sentito parlare di legge elettorale. Qualche anno fa Zeller proponeva di introdurre il Metodo d’Hondt, proprio per garantire la maggioranza assoluta alla Svp in consiglio provinciale. Adesso invece, dopo il precedente bolzanino dove sono state introdotte delle soglie, è arrivata l’occasione di applicare questo stratagemma anche in consiglio provinciale. Per carità, l’applicazione di un sistema di sbarramento per il consiglio comunale bolzanino, ha garantito la governabilità della città che ad oggi si ritrova con un sindaco ed una maggioranza solida. Però la differenza è che almeno nel comune di Bolzano è possibile fare dei collegamenti di lista, presentarsi in coalizione, un modo per evitare la dispersione di voti e dare la possibilità di poter dire: “ok, con la mia lista magari non riesco ad eleggere un consigliere comunale, però se entro in coalizione sulla base di un programma condiviso, posso almeno ambire ad eleggere un consigliere comunale in quanto più basse le soglie, oppure quanto meno i miei voti faranno scattare un seggio in più alla coalizione, che sta portando avanti un programma condiviso”. Ebbene, a livello provinciale ciò non sarà possibile, in quanto verrà introdotta l’elezione diretta del presidente della giunta provinciale ma, dall’altra parte, non verrà prevista la possibilità di coalizzarsi con nessuno. Anzi verrà introdotta la cosiddetta soglia naturale, ovvero quella del 2,85%, un vero e proprio scoglio per le liste espressione della comunità di lingua italiana. Nel momento in cui si propone una legge elettorale, va presa in considerazione la complessità della società dinnanzi a cui ci si ritrova. Il punto di vista da cui partire non può assolutamente essere quello “partitocentrico” ovvero “ho bisogno di garantire i numeri al mio partito per poter governare, anche a scapito delle minoranze linguistiche”.
Si consideri che, sociologicamente parlando, la comunità di lingua italiana ha delle dinamiche e dei modi di pensare molto diversi da quella di lingua tedesca. L’altoatesino di madrelingua italiana volge spesso lo sguardo a Roma, identificandosi con le dinamiche politiche nazionali. Purtroppo non riesce a scindere il livello locale e quello nazionale. Oltretutto non ha il benché minimo senso di comunità e non si accorge di quanto fondamentale sia che, quanto meno, cominci a pensare di trovarsi in un contesto, in cui convivono 3 gruppi linguistici e dove è necessario sviluppare un senso del collettivo. Nel momento in cui si costruisce una legge elettorale, è fondamentale considerare diversi fattori; é indispensabile tener conto del contesto socio-storico-economico. Quindi, nel caso altoatesino, non si può prescindere dal fatto che la “piccola” comunità italiana, sia molto divisa al suo interno e con grosse difficoltà di farsi interlocutore di governo serio e affidabile. Una legge elettorale deve rappresentare le istanze di un territorio, la necessità di un governo stabile che tuttavia non prescinda da un’adeguata rappresentanza dei diversi gruppi linguistici. Altresì importante è la rappresentanza territoriale; allo stato attuale ci sono diverse realtà geografiche sotto-rappresentate. Si vuole tenere conto di ciò? Possibile che le valli abbiano un peso molto maggiore dei grossi centri urbani?
Fortunatamente nella proposta avanzata dalla Svp viene previsto l’obbligo di rappresentanza di tutti i comprensori, ovvero ognuno di essi avrà almeno un consigliere provinciale. Forse non abbastanza se si vogliono trovare degli equilibri geopolitici, che rispecchino la necessità di un’adeguata rappresentanza territoriale. Ovvio è che una legge elettorale sia quindi espressione di un particolare lasso di tempo e che quindi non necessariamente vada intesa come qualcosa di statico, fisso.
Quindi non c’è nulla di male se si vuole ricorrere a delle modifiche, volte a fotografare quel contesto in quel determinato momento storico. Tuttavia, almeno per quanto riguarda la provincia di Bolzano, vanno considerati, come già detto, diversi fattori, sintetizzabili nei seguenti punti:
1.      governabilità
2.      adeguata rappresentanza dei diversi gruppi linguistici, con l’obbiettivo di massima e non di minima inclusione
3.      adeguata rappresentanza territoriale, con l’obbiettivo di rappresentare adeguatamente le istanze territoriali
Nella proposta della Svp vengono soddisfatti il primo e, sebbene parzialmente, il terzo punto.
Non è sufficiente un solo rappresentante da ogni singolo comprensorio, come non viene minimamente presa in considerazione la complessità del gruppo linguistico italiano che, con l’introduzione della cosiddetta soglia naturale, si troverebbe in una posizione di assoluta debolezza, condannato ad una presenza meramente “etnica” e quindi di poco conto. Forse è giunta l’ora di parlare di politica, come politici devono essere i rapporti all’interno delle maggioranze che amministrano questa provincia. Se dovesse passare la legge, attualmente proposta, i rappresentanti della comunità di lingua italiana passerebbero a 3. Una comunità del 26% andrebbe ad avere un peso politico dell’8,5%. Non si dimentichi che nel 2008 erano 8, mentre nel 2013 sono passati a 5 con la perdita del secondo assessorato in giunta provinciale. Potranno sembrare sterili discorsi, ma un assessore in più fa la differenza e permette di giocare un ruolo più determinante nelle politiche di questa provincia. Visto che tutto è determinato dalla proporzionale “etnica”, non bisogna proprio dimenticarsi di questo. Gli equilibri in giunta provinciale vengono determinati dalla proporzionale del consiglio provinciale; meno consiglieri in consiglio provinciale meno rappresentanti in giunta provinciale. In tutto ciò la Svp ringrazia perché, benché perda in termini di consiglieri provinciali, mantiene comunque il suo peso in giunta provinciale, poiché gli equilibri di giunta vengono proprio determinati dalla proporzionale del consiglio provinciale. In tal caso sembra che con questa legge ci sia la volontà di andare ad escludere i “partitini” perché, facendo ciò, verrebbero recuperati dei seggi che garantirebbero i numeri alla Svp, che teme fortemente un tracollo alle prossime elezioni provinciali. In tal caso tutto a scapito della comunità italiana, ai minimi storici in termini di rappresentanza e di capacità di incidere nelle politiche provinciali. Dall’altra parte il gruppo linguistico italiano dovrebbe avviare un riflessione interna sul ruolo che vuole giocare in provincia. Vuole continuare a delegare sempre più grandi fette di potere alla Svp, oppure vuole ritornare ad essere determinante in questo contesto?