Bolzano. Scomparsi cinque presunti jihadisti della cellula meranese
Appartenente al gruppo internazionale sotto la guida del mullah Krekar era stata smantellata otto mesi fa.
BOLZANO. Cinque presunti jihadisti della cellula collegata al gruppo internazionale guidato dal mullah Krekar scoperta a Merano e smantellata nel novembre 2015, scarcerati su richiesta della Procura della Repubblica di Trento (a cui era stato inviato il fascicolo per competenza) hanno fatto perdere le loro tracce. Dopo aver rischiato l’incriminazione per terrorismo, e ottenuta la scarcerazione in base a principi garantisti, cinque degli inquisiti hanno fatto perdere le proprie tracce.
Benché il carcere sia stato evitato, i cinque sono tuttora sotto inchiesta in seguito agli accertati rapporti internazionali con il gruppo del Mullah Krekar. Ciò nonostante, per evitare ulteriori sorprese, i cinque hanno pensato bene di rendersi irreperibili. Sotto il profilo della sicurezza locale e nazionale non si tratta di una buona notizia anche se gli inquirenti tendono a minimizzare. In assenza di provvedimenti limitativi, ognuno può trasferirsi dove crede. La loro irreperibilità, tuttavia, non può non essere considerata inquietante.
La notizia è rimbalzata nelle ultime ore anche sui quotidiani nazionali. Venerdì «Repubblica» ha citato l’inchiesta sulla presunta cellula jihadista meranese come esempio dell’impreparazione della giustizia italiana di fronte a reati legati a presunti coinvolgimenti in posizioni oltranziste e di matrice terroristica. Sino ad oggi le decisioni dei magistrati non sono univoche. Per la cellula meranese quello che era stato considerato provato dai giudici di Roma è stato considerato dai giudici di Trento assolutamente insufficiente a giustificare provvedimenti di natura cautelare.
Ieri intanto è scattato l’allarme nel carcere di Bolzano dopo una circolare del 22 luglio scorso in cui il Ministero della giustizia mette in guardia per possibili «azioni ostili nei confronti di rappresentanti delle forze dell’ordine, quali obiettivi da parte dello stato islamico». A finire sotto la lente di ingrandimento del Ministero ci sono anche le prigioni con una elevata percentuale di detenuti islamici a seguito dei pericoli che possono correre gli agenti di custodia. Nel carcere di Bolzano la situazione sarebbe aggravata anche dal fatto che gli agenti della polizia penitenziaria in servizio lamentano da tempo una grave carenza negli organici.