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Alberto Cocco, “il mio naturale mestiere è quello dell’editorialista e scrittore”

11 Luglio 2016

Alberto Cocco, “il mio naturale mestiere è quello dell’editorialista e scrittore”

In foto: Alberto Cocco/c Gian-Michele-Manca

Di Claudio Calabrese

Alberto Cocco, nato a Cagliari nel 1955, è presentatore televisivo di lungo corso ed è stato protagonista di importanti manifestazioni di moda e musica leggera. Ha calcato il palcoscenico di alcuni prestigiosi teatri italiani –  tra questi l’Ariston di Sanremo ed il Petruzzelli di Bari. Ha presentato numerosi personaggi di spicco dello spettacolo italiano. È anche editorialista e scrittore. Prossimamente uscirà il suo nuovo libro MERAVIGLIOSE, dedicato alla storia della bellezza femminile in Sardegna.
Come autore televisivo ha creato numerosi format per l’emittenza regionale, collaborando estemporaneamente per qualche produzione RAI e MEDIASET.  

Abbiamo intervistato l’eclettico Alberto Cocco sulle sue attività e sui personaggi che ha conosciuto.
Lei è nato come giornalista sportivo, ma oggi si occupa di trasmissioni televisive, di moda, di musica e tanto altro. Come è possibile? 

Il mio lavoro di presentatore è nato per caso. Scrivevo editoriali per un mensile dedicato al calcio ed al basket, e non mi attendevo uno scenario così sorprendente. Tutto è nato per gioco, ma si è rivelato eccitante. I primi risultati disinvolti e positivi mi hanno incoraggiato. Mi sono trovato proiettato in un mondo di musica e bellissime ragazze, ed ho guadagnato dei soldi inattesi. Gli articoli dedicati a me e le dirette televisive hanno alimentato la mia vanità e la mia autostima. Ma è stato soprattutto un lungo e grande viaggio di arricchimento interiore. L’ho fatto con passione ed amore, fortuna e curiosità.

Grazie ai numerosi festival in cui ha fatto il presentatore, ha potuto conoscere i grandi della musica in Italia. Ci parli di questi personaggi. 

Nella mia lunga carriera ho incontrato decine e decine di personaggi famosi. Voglio ricordare con affetto i miei idoli Walter Chiari e Fabrizio De Andrè, con i quali ho diviso due cene indimenticabili. I ricordi più dolci sono legati a Ron ed Enrico Ruggeri, Renzo Arbore e Giancarlo Giannini, Roberto Vecchioni e Malika Ayane, Eugenio Finardi e Dolcenera, i Matia Bazar e Francesco Renga, Gianni Bella e la grande coppia di ballerini classici Liliana Cosi e Marinel Stefanescu. Sono stato uno dei pochi presentatori italiani a varcare il tempio dell’Ariston di Sanremo, in una finale nazionale di orchestre spettacolo. Ho calcato il palcoscenico del Petruzzelli di Bari, ed ho avuto esperienze con Rai e Mediaset. È un sogno, che mi stordisce ancora. Naturalmente ho incontrato nella mia lunga avventura alcuni artisti superbi e maleducati, cinici ed insensibili. Ma non offro gratuita pubblicità alla gente di chiara fama e poca anima.

Oggi Lei scrive per diversi magazine, sempre di musica e di moda?

Il mio naturale mestiere è quello dell’editorialista e scrittore, ed in certi casi autore televisivo. Sono eclettico ed onnivoro. Racconto di calcio e basket per un magazine, parlo di moda e costume in un altro – con splendide modelle, un giovane e bravo fotografo ed incantevoli scenari della mia Sardegna – e sono art director di un nuovo bimestrale dedicato ai selfies con reportage, articoli di grandi eventi e rubriche dedicate agli hobby e le passioni. A settembre esce il mio libro MERAVIGLIOSE, dedicato alla storia delle donne bellissime e famose, emozionanti ed importanti della mia terra, attraverso i secoli. Inoltre sto dedicando il mio tempo ad un format televisivo dedicato ai mestieri, e sono autore e presidente di giuria del tour di UNA RAGAZZA PER IL CINEMA.

Se ho capito bene Lei si occupa anche di sceneggiature per il cinema?

Amo il cinema pazzamente. È il mio sogno nel cassetto. Sto scrivendo un cortometraggio con una storia noir e psicologica, di taglio insolito. Poi ho un film nel cassetto – LE MUSE – che cerca autori e produttori. Ho molte conoscenze, mille idee e tante ambizioni. Ma sono un neofita, che deve studiare ed imparare molto. Sono consapevole che sto percorrendo una strada impervia e lastricata di ostacoli logistici e culturali, tecnici e legati alle incertezze di questo delicato momento storico.

 

 

 

 

 

 

 

Giornalista pubblicista, scrittore.