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Recensione. “L’arte di negoziare con i figli”

8 Giugno 2016

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Recensione. “L’arte di negoziare con i figli”

di Pinuccia Di Gesaro
Presentazione del libro di Maiolo e Franchini, Edizioni Erikson, il 13 giugno  a Bolzano, Centro Trevi – ore 18,00
 
“L’arte di negoziare con i figli”, l’ultima fatica di Giuseppe Maiolo e Giuliana Franchini, a cura delle Edizioni Erikson Trento, propone una questione tanto antica quanto attuale: il rapporto educativo tra genitori e figli. Psicoanalista di formazione junghiana il primo, psicologa e psicoterapeuta la seconda, impegnati entrambi nelle problematiche dell’educazione familiare, non a caso nei ringraziamenti ai collaboratori ricordano “tutti i genitori che abbiamo incontrato perché ognuno di loro ci ha insegnato qualcosa che ci è servita per scrivere questo libro”. 
Un libro dal titolo un po’ perentorio, un po’ freddo: “negoziare con i figli” introducendo così un modus nuovo di rapportarsi ai figli, uno stile contrattualistico, fondato sul materialistico “do ut des” cioè io ti do in cambio di quanto tu mi dai. I quattro capitoli dell’opera spiegano poi in successione la complessità dell’arte di trovare accordi utili in ambito educativo, che permetta “di contenere e gestire al meglio quell’inevitabile conflittualità che è presente nella vita e nelle relazioni attraverso una comunicazione” che tenga conto non solo di quanto emerge nelle relazioni verbali tra genitori e figli, ma anche dei bisogni di questi e dei loro desideri, talora inespressi, e che questa consapevolezza sia fondata su modalità interattive e responsabili.
Dunque, il punto di partenza è la famiglia, anzi, le diverse tipologie di famiglie esistenti oggi nella nostra società, nelle quali la funzione genitoriale è radicalmente mutata rispetto alla famiglia tradizionale, con nuovi genitori e nuovi ruoli da riconoscere e da assumere come “compiti” da svolgere tenendo conto dei nuovi modelli che richiedono una aggiornata forma di comunicazione.
Si tratta quindi di aggiornare una relazione con i figli “da funzione esclusivamente protettiva in un rapporto aperto al confronto e capace di non evitare lo scontro e la conflittualità ma di saperli gestire”. 
Un processo, sostengono gli autori, che in una parola significa educare, un affaire complicatissimo e assai articolato che Maiolo-Franchini sintetizzano con l’efficace formula dell’EDUCARE con la C, anzi meglio, con le 10 C: educare con Competenza, con Comprensione, con Comunicazione, con Coesione, con Condivisione, con Collaborazione, con Contenimento, con Coerenza, con Curiosità, con Controllo. Non si pensi che con la decima C il processo educativo risulti esaurito e completo. Tutt’altro. Qui ora si apre una questione di assoluta attualità. Si tratta di capire come i genitori debbano approcciare i momenti di tensione che tanto spesso emergono nella comunità “famiglia”. Innanzi tutto gli autori chiariscono che “scontrarsi fa bene” perché nello scontro l’adolescente verifica due cose fondamentali, e cioè quanto autorevole sia il genitore e quali capacità ed energie come figlio riconosce di possedere.
Contrariamente a quanto si crede, invece che un apparente “quieto vivere” è più auspicabile essere in grado di saper “litigare in famiglia” che consenta il confronto e lo sviluppo di buone relazioni. Si arriva dunque al nodo fondamentale che il libro vuole sciogliere e cioè all’aspetto della negoziazione, quella attività da sviluppare con i figli sia per risolvere i conflitti che, più in generale, per accompagnarli nella crescita. Facile a dirsi, ma in pratica non è così. Si tratta di “saper comunicare” premessa e condizione per saper negoziare. Innanzi tutto bisogna “saper ascoltare”, cioè entrare in empatia con i ragazzi, sapersi “mettersi nei loro panni” e poi “discutere a lungo” per arrivare a sviluppare una sorta di disciplina che consenta di raggiungere obiettivi condivisi e non vittorie di una o l’altra parte. Occorre competenza e inventiva allo stesso tempo, sapendo alternare l’ascolto alla cooperazione per giungere poi ad una vera e propria conclusione e arrivare magari a redigere un verbale scritto e firmato da ambo le parti.
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